Campetti – “Villa”

L’area archeologica chiamata Campetti, situato nell’area nordoccidentale del pianoro di Veio, vicino alla porta delle mura etrusche detta “Porta di Portonaccio”, occupa un’area di circa 10.000 m2, la quale è articolata su due livelli. Il sito era stato interpretato come una villa romana, ma recenti scavi, oltre ad individuare testimonianze più antiche, hanno portato ad una nuova interpretazione del sito come complesso termale-terapeutico e cultuale, frequentato almeno a partire dal I sec. d.C. a giudicare dalle diverse iscrizioni rinvenute con dediche votive a Igea, Ercole, le Fonti e Diana. L’occupazione è attestata fino al VII d.C.

In epoca protostorica (IX-VIII sec. a.C.) l’area era occupata da un insediamento di capanne, mentre in epoca etrusca (fine VII-V sec. a.C.) sono stati costruiti i primi edifici in tufo caratterizzati, in alcuni casi, da aspetti cultuali (depositi votivi) che evidenziano la funzione sacra del luogo, probabilmente un santuario. A partire dall’età augustea le numerose strutture collegate con l’acqua (cisterne, vasche per balneazione, piscine e un ninfeo) caratterizzano il sito come centro per la cura e guarigione attraverso l’idroterapia ed altre terapie. Alcune iscrizioni votive connotano il complesso di Campetti come centro dedicato a più divinità. Nel V-VI sec. d.C. si assiste a un’occupazione a carattere privato limitato ad alcune aree, mentre al VII sec. d.C. risale l’abbandono e la spoliazione del sito.


Tratto da: Ugo Fusco, Guida Archeologica del Parco di Veio, 2010