Il pianoro di Veio era circondato dalle sue necropoli. Quattro Fontanili, una delle necropoli a Nord del pianoro, contiene tombe del IX e VIII sec. a.C.
Con l’inizio dell’età del Ferro, intorno al 900 a.C., allo sviluppo dell’abitato proto-urbano sul grande altipiano, sede della città di epoca storica, si affianca quello di vasti sepolcreti disposti sui poggi circostanti. Dense di migliaia di sepolcri, le necropoli più antiche si estendono a nord, a Grotta Gramiccia (799 tombe), Casal del Fosso (299 tombe), Quattro Fontanili (648 tombe su 2000 individuate) e a sud-ovest a Valle la Fata, solo in parte scavata. Le tombe, del tipo a pozzo, contengono un vaso biconico d’impasto usato come ossuario, coperto da una ciotola o da un elmo, all’interno del quale erano conservati tra le ceneri gli oggetti di ornamento del defunto. Al rito dell’incinerazione si affianca, per poi prevalere dagli inizi dell’VIII secolo, quello dell’inumazione con tombe a fossa, spesso fornite di loculo per il corredo, i cui oggetti sono via via più numerosi.
I sepolcreti più antichi si trovano sulle piccole alture intorno al pianoro dell’abitato. Nel IX e VIII secolo troviamo a Nord le necropoli di Grotta Gramiccia-Casale del Fosso e Quattro Fontanili, a Sud quella di Valle La Fata-Monte Campanile, forse da riferire a due nuclei abitativi distinti. Dalla fine dell’VIII secolo le necropoli occupano tutti i poggi, includendo anche Macchia della Comunità, Vaccareccia, Monte Michele, Picazzano, Riserva del Bagno e Pozzuolo: lungo tutte e sette le grandi strade che escono dalla città, come è stato evidenziato dalle ricerche inglesi sulla rete stradale antica.