Pianoro di Veio

L’altopiano è il sito dell’antica città, in gran parte ancora da indagare. Il terreno è per la massima parte di proprietà privata e messa a coltivazione. Ricerche archeologiche sono in corso da parte del Progetto Veio (Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale). Per la visita ai cantieri di scavo è necessario chiedere l'autorizzazione alla Soprintendenza (anche tramite il Museo dell'Agro Veientano).

Attualmente si percorre il Vicolo Formellese, una strada sterrata che ricalca in parte la strada antica lungo il crinale del pianoro della città. Sulla destra si trova il sito della Porta Nord-Ovest, una delle porte d’accesso alla città e scavo della Scuola Britannica degli anni ’50, dove recenti indagini hanno portato alla luce una fornace (IX sec.) e una tomba connessa con tale struttura produttiva.

Andando a destra e seguendo le curve della strada si arriva (sul lato sin.) al cantiere di Macchiagrande, sito del Foro di Veio quando era Municipium Augustum Veiens. Seguendo la strada troviamo, sempre sulla sinistra, Piano della Comunità, forse da identificare come la vera acropoli di Veio con i resti del Tempio di Giunone Regina. Continuando si raggiunge la cittadella di Piazza d’Armi, con l’impianto urbanistico della metà del VII secolo e la grande cisterna al centro: un quartiere abitativo di rilievo.

Tornando sui nostri passi si prende la strada a sinistra, poco dopo l’incrocio, dove si incontra un saggio di scavo aperto per indagare un tratto della strada principale di Veio (loc. Campetti); proseguendo arriviamo alla cosiddetta Villa Romana di Campetti, recentemente interpretata come santuario. Scendendo verso la valle del Fosso Piordo si raggiunge il Santuario extra-urbano di Portonaccio.