Valle del Baccano

La Valle di Baccano, nel territorio comunale di Campagnano di Roma, è un cratere vulcanico del diametro di circa 3 km, colmato in età antica da una palude e successivamente prosciugato e bonificato. In età antica la località si trovava lungo il tragitto della via Cassia e nei pressi vi sorgeva una stazione di posta (mansio) identificata, dopo le scoperte archeologiche con la Mansio ad Vacanas. Sono ancora oggi presenti dei ruderi di origine romana appartenenti a strutture termali e ad altri edifici della stazione di sosta.

Nel Medioevo la Valle di Baccano si trovava lungo il tragitto della Via Francigena o Via Romea. La valle ed in particolare il piccolo borgo e l'Osteria del baccano corrispondevano alla Bacane nell'itinerario di Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, citata come la Submansio III. La località era famosa per la malaria e la zona era assai pericolosa a causa dei briganti che la infestavano e che costituivano un pericolo per i viaggiatori ed i pellegrini diretti o provenienti da Roma. Il piccolo lago fu prosciugato definitivamente dai Chigi nel 1838 con un canale detto Fosso Maestoso.

Il sito della mansio comprende un foro lastricato a blocchi di tufo circondato da un porticato colonnato, due edifici (uno forse attribuibile a caserma, uno ad albergo), ca 800 metri dell’antica Cassia e il primo tratto della via che staccatasi dalla mansio di Ad Vacanas conduceva a Forum Clodii sul lago di Bracciano. Lo scavo ha anche restituito numerosi materiali archeologici, esposti nel Museo civico di Campagnano. Il complesso sorto in età augustea è stato abbandonato nella prima metà del V sec. d.C. Tutta l’area risulta coperta da uno strato sabbioso fluvio lacustre dell’altezza variabile tra i 2 e i 4 metri, che può essere datato tra la fine del VI e l’inizio del VII sec. d.C. Attorno al '600 infatti, un lungo periodo alluvionale che avrebbe interessato tutta l'Italia centrale, causando lo straripamento del Lago di Baccano che avrebbe sommerso l’area della mansio, già abbandonata.


Tratto da Gianfranco Gazzetti, Guida Archeologica del Parco di Veio, 2010