Valle del Sorbo

Direttamente confinante con la Valle di Baccano, la Valle del Sorbo è un'area naturale preziosa nel cuore della Campagna Romana, riconosciuta Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Percorsa dal fiume Cremera ospita mandrie di cavalli e di bovini che pascolano allo stato brado tra verdi prati e boschi incontaminati. Il Sorbo è anche ricco di storia, con il suo Santuario dedicato alla Madonna che dal Quattrocento è il fulcro devozionale delle comunità di Formello e Campagnano e tappa dell’antico percorso francigeno.

Alcuni materiali archeologici ritrovati nell’area della valle del Sorbo (Museo dell’Agro Veientano) attestano una frequentazione dell’area per lo meno dalla prima età imperiale all’età tardo antica (inizi IV sec. d.C.). Nel X e XI secolo si svolse il processo dell’”incastellamento”, quando la popolazione rurale sparsa si raccolse in villaggi (castra o castella), molti dei quali fortificati. Il monastero di S. Paolo Fuori le Mura in questo periodo fondò Cesano (905 d.C.), Formello (1026) e Campagnano (1076). Nella valle del Sorbo sorsero invece i piccoli castelli di Dalmachia, Grotte Franca (Crypta Francula) e Sorbo. Il Castrum Sorbi nacque probabilmente sotto la spinta del Monastero di S. Alessio sull’Aventino, come attesta la bolla datata al 996 dell’Imperatore Ottone III riguardo la proprietà del castellum quod dicitur Sorbi (quando passò sotto la giurisdizione del monastero di San Paolo). Alcuni resti del primo castello sono ancora visibili a destra del piazzale davanti alla chiesa, con la "Torre delle Viole" e parte della cinta muraria.

La Valle del Sorbo, attraversata dal Cremera, era uno snodo viario cruciale per la comunicazione tra i vari castra posti sulle alture tra la via Cassia e la via Flaminia e traccia ne costituiscono alcune leggende locali che ricordano “rapine sulla via Cassia”. Il castello di Grottefranca ebbe vita breve poiché passò rapidamente sotto il controllo di Formello (e quindi di San Paolo) fino al suo totale abbandono nel XIII secolo. Nella seconda metà del XII secolo si collocano le vicende dei monaci del monastero di San Paolo fuori le Mura, proprietari di questi territori. A seguito delle molte usurpazioni da parte della famiglia Teobaldi, enfiteuti del Castello e della Valle del Sorbo, riuscirono a ricondurre queste terre all’obbedienza, grazie all’intervento diplomatico dell’Imperatore Enrico VI (1197). All’accesso alla Valle del Sorbo venne eretta la Torraccia del Bosco, posta a difesa di un territorio nuovamente sottomesso e a controllo di uno snodo viario sulla strada che congiungeva Formello con Cesano. Quando gli Orsini acquistarono il feudo di Formello (fine XIII secolo), iniziò il declino del castrum Sorbi che, abbandonato definitivamente attorno alla metà del Trecento, divenne presto un luogo tetro, covo di briganti e assassini. Nel corso del XIV secolo quindi anche la Torre perde le sue funzioni originarie dopo solo un secolo e mezzo di attività. Gli Orsini, per dare nuovo impulso allo sfruttamento delle notevoli risorse agricole e naturali del territorio, ma soprattutto al fine di imporre vincolanti benefici feudali alle comunità di Formello e Cesano, edificarono lungo il corso del Cremera un mulino da grano ad acqua, approfittando di una cascata del Fosso della Mola di Formello. La mola rimase di pertinenza della comunità formellese anche quando il feudo passò in mano ai Chigi (1661) ed era ancora in funzione fino al 1950 circa. Gli Orsini provvidero anche a pacificare la Valle dai briganti, fondando un Santuario dedicato alla Madonna, gestito dai Frati Carmelitani, proprio sulle rovine del castello del Sorbo. I lavori si collocano tra il 1427 (data del permesso del papa Martino V) e il 1487 (data che troviamo all'ingresso del Santuario, indicante la fine dei lavori). La fondazione si accompagna a una leggenda locale che racconta l’apparizione della Madonna su di un albero di sorbo (pianta tipica di questa zona) a un giovane pastore di porci. Nel 1501 Gian Giordano Orsini dona numerosi terreni al santuario. All’interno il ciclo decorativo dell’abside con L’incoronazione della Vergine è stato realizzato da un pittore laziale del XV secolo e mostra l’Assunzione della Vergine circondata da angeli, Cristo benedicente in alto. Nel registro inferiore notiamo S. Pietro e S. Paolo e gli apostoli. Gli ambienti conventuali mostrano Il Profeta Elia dona il mantello ad Eliseo, soggetto legato specificatamente alla Congregazione del Carmelo. Inoltre, nella chiesa si trova attualmente una copia di una tempera su tavola databile all'XI secolo raffigurante la Madonna del Sorbo e oggetto di leggende relative alla fondazione del santuario. Altri interventi dovettero seguire nel XVII e XVIII secolo, anche sotto i Chigi; abbiamo menzione di un intervento su due altari laterali di Carlo Fontana. Il convento, in abbandono dalla metà dell’Ottocento, è stato recentemente restaurato insieme alla Chiesa.