Il territorio di Formello rientra nell’Agro Veientano, l’area politicamente controllata da Veio, l’antica città etrusca più vicina a Roma. Ne sono traccia i numerosi siti archeologici e la fitta rete di cunicoli sotterranei scavati nel tufo per il drenaggio delle acque piovane. Dal latino “forma”, che significa appunto “condotto” o “canale”, sembra che tragga origine il nome di Formello.
Con la conquista romana nel 396 a.C., Veio perde progressivamente la sua importanza; il territorio agricolo al contrario viene occupato da numerose ville e fattorie attive fino a tutto il II e III secolo d.C. Con la caduta dell’Impero Romano anche questa zona assiste ad un forte calo demografico, all’abbandono della campagna, alla concentrazione della proprietà terriere in grandi tenute. Questo periodo di decadenza dura fino all’VIII secolo d.C. quando, sotto l’impulso della Chiesa, si assiste ad un ripopolamento contadino. In particolare, ad opera di Papa Adriano I, venne fondata nel 780 una colonia agricola, la Domusculta Capracorum (via di Santa Cornelia km 2), un centro amministrativo con annessa chiesa mirante al controllo diretto dei feudi della Chiesa per contrastare le ambizioni della potente aristocrazia locale. A seguito delle scorribande saracene del IX secolo, si evidenziò il fenomeno dell’incastellamento, per cui la popolazione rurale dalle campagne si trasferì nei villaggi fortificati sulle alture. In questo periodo sorgono i borghi di Formello, Sacrofano, Campagnano e Isola Farnese. Dal 1081 fino al XIII secolo Formello risulta possesso del Monastero di San Paolo fuori le Mura quindi, per concessione di Papa Niccolo III, passa alla famiglia Orsini. Nel 1661 il feudo viene venduto alla famiglia Chigi. Formello nella seconda metà del Seicento godeva del particolare favore da parte del Cardinale Flavio Chigi, che amava trascorrere del tempo nelle sue residenze a Palazzo Chigi e Villa Versaglia. Dopo l’invasione francese, il potere dei Chigi andò progressivamente scomparendo sostituito da una più forte presenza del governo papale.