Silvio Belli
print this pageilvio Belli, nato a Vicenza tra il primo e il secondo decennio del Cinquecento e morto poco dopo il 1579, è designato da alcune fonti antiche come matematico e architetto, incluso addirittura tra i grandi architetti vicentini della sua epoca e avvicinato a Palladio come esempio di ingegno autodidatta, benché del suo talento architettonico non rimanga nessuna testimonianza, se non si vogliono prendere in considerazione i disegni contenuti nel suo libro Libro del misurar con la vista. Elogiato da Girolamo Maggi nelle sue Annotationes in Thymoleon come "celeberrimus nostrae aetatis mathematicus" e da Pietro Antonio Moti (1688) come colui che "Ferrariam terraemotu liberavit" grazie al suggerimento di moltiplicare i pozzi, fu tra i fondatori dell’Accademia Olimpica nel 1555 rivestendo il ruolo di “lettore della sfera et altre cose matematiche”, ricoperse la carica di ingegnere comunale a Vicenza nel 1556 seguendo la realizzazione delle logge palladiane e di restauri nella cattedrale, di “proto delle acque” a Venezia nel 1566 e dal 1578 di ingegnere ducale di Alfonso II d’Este a Ferrara, dove fu conosciuto e stimato dal Tasso e dove morì. Oltre al Trattato del misurar con la vista pubblicò un Trattato della proporzione (Venezia, 1573-1595). Nella Cronologia illustra il suo nome l'immagine della "Matematica" tratta dall'Iconologia del Ripa.
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