Joost Lips
print this pageNato a Overijse nei pressi di Brussel, Joost Lips (latinamente Justus Lipsius, e italianizzato Lipsio, 1547-1606), compì gli studi nel collegio gesuitico di Colonia, trascorrendo gli anni tra il ‘68 e il ’72 in Italia al seguito del cardinale Antoine Perrenot de Granvelle. In rapporto con alcuni dei maggiori intellettuali del tempo, tra i quali, Mercuriale, Montaigne, Scaligero, Paolo Manuzio, fu anche amico di Rubens, che lo ritrasse nel famoso quadro intitolato I quattro filosofi della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze che compare nella Cronologia: il nostro è al centro della tavola proprio sotto il busto di Seneca, con la pelliccia maculata di lupo cerviero (lince). Insegnò nell’Università di Jena prima, e in quella di Leida poi, accostandosi per qualche tempo al calvinismo. Tornato nei ranghi del cattolicesimo, assunse infine la cattedra di latino a Lovanio. Curatore dell’edizione critica di Tacito e di Seneca, propugnò nel suo De constantia un ritorno a uno stoicismo di marca senechiana. Qui lo vediamo ritratto sul verso del frontespizio della sua edizione dell'Opera omnia di Seneca (Antwerp, Plantin 1652, BUPD.46.a.19) incisa da Cornelis Galle, che ce lo presenta circondato da due cornucopie e sovrastato dalle torcie della Fama, dal sole della verità e dal petaso di Mercurio in un clipeo col motto MORIBUS ANTIQUIS: sugli antichi costumi; verosimilmente una citazione dagli Annales di Ennio, "Moribus antiquis res stat Romana virisque" (Lo stato Romano si fonda sugli antichi costumi e sui grandi uomini). Completa l'immagine un distico latino di Henry d'Oultreman che lo descrive così: L'immagine di Lipsio velame è di Timante; veder da sotto un pino anche il sol non si può, se non di tra una nube. | |
Leggi la voce nell'Enciclopedia Treccani Vai alle opere in mostra |