Revese Bruto Ottavio
print this pagettavio Revese Bruto (o Revesi Bruti, ca.1575-1640), era un nobile vicentino con spiccati interessi per l’architettura civile e militare, cui si dedicava ovviamente per “diletto”, ma in maniera tutt’altro che dilettantesca. Anzi, come architetto realizzò diverse opere di pregio: palazzo Revese a Brendola (fine sec. XVI); le porte dell’arsenale di Vicenza (1600 e 1620), di cui resta quella dal possente bugnato che oggi dà accesso al giardino del teatro Olimpico; ancora a Vicenza lo splendido arco d’ingresso al Campo Marzio (1608), malauguratamente demolito nel 1938; gli sono stati inoltre attribuiti alcuni palazzi vicentini, tra cui quello del vescovado, rimaneggiato nell’Ottocento; a lui si devono anche un piano per la fortificazione della città berica (1630) e un progetto per il soffitto della cattedrale (1637); infine gli spetta una bella riproduzione del proscenio del palladiano teatro Olimpico incisa nel 1620.
Sembra però che il vicentino Revese Bruto, anziché guardare ai vicini modelli di Palladio e di Scamozzi, curiosamente preferisse ispirarsi alle architetture di Serlio e Sanmicheli, in particolare quelle di stile più severo e militaresco. Come teorico, oltre all’Archisesto pubblicato nel 1627, Revese Bruto lasciò inediti un Discorso sopra la fortifficazione [...] di Vicenza (1630) e un trattato su Li due reguli scenografici. Nuova inventione per mettere espeditamente in prospettiva, a conferma delle sue capacità nell’ideazione di stumenti utili all’architetto e all’ingegnere professionista.
Nella Cronologia illustra il suo nome l'immagine della "Stereometria" tratta dall'Iconologia del Ripa
Vai all'opera in mostra