S. Sisto
print this pageUbicazione | |
Stato attuale | Chiesa. Aperta al culto. |
Qualificazione | Conventuale - Parrocchiale. |
Notizie storiche | 874. Costruzione di chiesa e convento benedettino per volere della regina Angilberga, moglie dell'Imperatore Ludovico il Pio. 1424. Subentro della Congregazione Cassinese di Santa Giustina. 1499. Inzio della ricostruzione di chiesa e convento attribuita all'architetto Alessio Tramello. 1591-96. Realizzazione della facciata e del cortile porticato antistante. 1810. Soppressione del convento ed erezione dalla chiesa a parrocchia. |
Impianto strutturale e caratteri stilistici | Impianto strutturale a croce latina a tre navate precedute da sorta di primo transetto. Navata centrale coperta a botte; cupola all'incrocio tra navata e transetto e all'ingresso; cupoline nelle navate laterali. Cripta. Cortile esterno antistante. |
Principali elementi decorativi ed opere d’arte | Coro intagliato e intarsiato a due ordini di stalli di Bartolomeo Spinelli e Gianpietro Panbianchi (1514-25 ca.). Monumento funerario di Margherita d'Austria moglie di Ottavio Farnese iniziato su disegno di Simone Moschino (1593). Copia della Madonna Sistina di Raffaello attribuita a Pier Antonio Avanzini. Ciclo di affreschi di Bernardino Zacchetti. Pitture di Antonio Campi, Camillo Procaccini, Leandro dal Ponte detto il Bassano, Jacopo Palma il Giovane, ed altri. Organo di Giovan Battista Facchetti (1544-1545), arredo ligneo secentesco della sagrestia grande. |
Progettisti | |
Approfondimenti | Il complesso era dedicato inizialmente a Gesù Risorto e ai Dodici Apostoli. La chiesa conventuale era dotata di ingente patrimonio; sin dalla sua fondazione, la regina Angilberga fece attribuire al convento vari diritti sui fiumi del piacentino e possedimenti terrieri, nonché numerose reliquie di santi tra i quali Barbara Nicomediense la cui tomba fu oggetto di un particolare culto da parte dei piacentini. La regina stessa fu poi badessa del monastero dall'882 all'899, anno in cui morì e vi fu sepolta. Chiesa e monastero costituivano in città una vera potenza economica e politica, e per questo ebbe vicende travagliate per cattiva amministrazione, scandali e liti secolari tra suore e frati che se ne contesero il possesso. La Madonna Sistina del Raffaello, di cui la chiesa conserva copia, fu eseguita proprio per i monaci di S. Sisto tra il 1512 e il 1513; essi la vendettero nel 1754 ad Augusto di Sassonia ed è ora esposta alla Gemäldegalerie di Dresda. |
Bibliografia | Ersilio Fausto Fiorentini, Le Chiese di Piacenza, Editrice T.E.P. Gallarati, Piacenza, 1976, pp. 75-79. Armando Siboni, Domenico Ponzini, Le antiche chiese monasteri e ospedali della città di Piacenza (aperte, chiuse, scomparse), Piacenza, Banca di Piacenza, 1986, p. 106. Emilia Romagna, Milano, Touring Club Italiano, 1991, p. 613. |
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