S. Agostino

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Ubicazione

Stradone Farnese angolo via Giordani.

Stato attuale

Chiesa. Chiusa al culto.
Convento. Diviso in tre proprietà: a est l'Archivio di Stato (area demaniale), a ovest la Caritas Diocesana (area demaniale), nel centro la Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR (area privata).

Qualificazione

Conventuale.

Preesistenze

Monastero benedettino di S. Caterina.

Notizie storiche

28 agosto 1570. Posa della prima pietra.

28 agosto 1573. Consacrazione.

1786-1792. Realizzazione facciata su progetto di Camillo Morigia.

1734; 1796; 1799. Adibizione ad ospedale militare.

1798. Soppressione dell’ordine dei Canonici Lateranensi. Oggetti d’arte, biblioteca e possessioni agricole furono messe all’asta.

1801. Adibizione a magazzino militare.

1826. Acquisto da parte di privati.

1828. Acquisto di metà complesso da parte del Comune.

1856. Acquisto da parte del Comune della parte restante.

1863. Cessione al Governo del complesso e del Foro Boario di via della Maddalena in cambio della chiesa di S. Franca, del Collegio e della chiesa di S. Pietro.

11 gennaio 1945. Bombardamento del refettorio.

Fine XX sec. Dopo essere stato a lungo sede di caserma (Caserma generale Cantore) e dell'Ufficio di Leva, divisione fra i demani dello Stato e del Comune di Piacenza che acquisì l’area detta della Cavallerizza ad est del convento (ex orti del Monastero ed ex casermette dell’Esercito) ora zona commerciale e amministrativa (Eataly ecc.), ricreativa (CAI ecc.) e pubblica (parcheggio e giardino).

Impianto strutturale e caratteri stilistici

Impianto planimetrico basilicale a cinque navate, con transetto a tre navate e zona presbiteriale con deambulatorio. Navata centrale scandita da colonne di granito binate di ordine dorico sormontate dal fregio a metope e triglifi, alle quali corrispondono, tra le navate laterali, pilastri con nicchie. Cupola, volta a botte nella navata centrale, cupolette nelle navate laterali, volte a crociera all’estremità. Finestre serliane in controfacciata nella parete di fondo, in zona presbiteriale e nelle braccia del transetto.
Architettura tardorinascimentale. Facciata neoclassica.
Convento disposto su tre chiostri.

Principali elementi decorativi ed opere d’arte

Annunciazione di Giovanni Battista Trotti detto il Malosso (1594) nel braccio destro del transetto.

Statue di santi sulle pareti della navata centrale decapitate in epoca francese.

Progettisti

Bernardino Panizzario detto il Caramosino.

Galeazzo Alessi e Cristoforo Lombardo (convento).

Camillo Morigia (facciata).

Approfondimenti e
curiosità

È la chiesa più imponente della città, l'unica composta da cinque navate.

I Canonici Regolari Lateranensi che fondarono il monastero si erano insediati a Piacenza nel 1431 rilevando il complesso di S. Benedetto e la chiesa di S. Marco, nell'area dell'Arsenale Militare. I due immobili furono alienati nel 1547 per realizzare il castello voluto da Pier Luigi Farnese.

Il monastero comprendeva una struttura costituita da tre chiostri contigui: il primo rettangolare a nord, adiacente allo stradone Farnese e dotato di ingresso dalla pubblica via; il secondo, piú a sud, a pianta quadrata di circa 43 metri di lato al quale si aggiungeva, ancora piú a sud, il terzo chiostro, delle stesse dimensioni del secondo e oggi quasi totalmente ricostruito nell’ala esterna, dove erano posti il refettorio e i locali di servizio.

Le statue disposte nelle nicchie all’interno della chiesa furono decapitate durante l’occupazione delle truppe francesi (1798), quando la chiesa fu trasformata in ospedale militare.

Il ricavato della vendita all’asta del ricchissimo patrimonio dell’Ordine Lateranense soppresso nel 1798 servì al duca Ferdinando per pagare il prestito impostogli dall’armata napoleonica.

Al momento della chiusura definitiva la facciata del Morigia era stata completata da appena 5 anni.

Nel bombardamento che nel 1945 distrusse il refettorio andò perduto il dipinto L’ultima Cena realizzato nel 1567 da Giovanni Paolo Lomazzo.

S. Agostino fino alla soppressione effettuata dai Francesi era un polo culturale d'assoluto rilievo: la sua Scuola, la sua Biblioteca e il suo Archivio spiccavano in città e gareggiavano con le istituzioni dei Gesuiti di S. Pietro, del Vescovato, del Collegio Alberoni, delle Accademie. Buona parte del patrimonio bibliografico messo all'asta all'atto della soppressione del 1798, è confluita nella Biblioteca Civica in S. Pietro, gli scaffali lignei superstiti della biblioteca conventuale sono stati spostati nel Seminario Vescovile, mentre l'archivio relativo ai numerosi beni posseduti nella zona di Cadeo (Cadè) è conservato all'Opera Pia Alberoni.

Bibliografia

Eesilio Fausto Fiorentini, Le Chiese di Piacenza, Piacenza, Editrice T.E.P. Gallarati, Piacenza, 1976, pp. 153-156.

Armando Siboni, Domenico Ponzini, Le antiche chiese monasteri e ospedali della città di Piacenza (aperte, chiuse, scomparse), Piacenza, Banca di Piacenza, 1986, p. 97.

Claudio Bismara , Marmi e lapicidi veronesi nel monastero di Sant’Agostino a Piacenza, «Annuario Storico della Valpolicella» 2004-2005, pp. 105-112.

Risorse esterne

Approfondimenti sul sito web dell'Archivio di Stato di Piacenza dedicati alla nuova sede sussidiaria dell'Archivio nel Monastero di S. Agostino:

Video per la conoscenza dell’edificio resi disponibili in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2008 e 2009:

Video che documenta il trasferimento di alcuni serie documentali nei nuovi depositi della sede sussidiaria. Regia di Enzo Latronico. Montaggio e musiche originali di Franz Soprani.

Galleria di immagini commentate relative alla nuova sede dell'Archivio e alla rilevanza storico-architettonica dell'intero complesso agostiniano.

Pagina con virtual tour dell'interno della chiesa.