S. Maria delle Grazie (Madonna di Piazza)
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Stato attuale | Scomparsa. |
Qualificazione | Parrocchiale - Conventuale. |
Preesistenze | S. Maria de' Bigulis nell'area occupata dal Palazzo Gotico. |
Notizie storiche | 29 maggio 1468. Posa della prima pietra. 1508. Affidamento della chiesa parrocchiale all'ordine dei Serviti che costruisce il convento e ricostruisce la chiesa. 1810. Soppressione. Dal 1824. Progressiva trasformazione in civile abitazione. |
Impianto strutturale e caratteri stilistici | Pianta quadrata, dieci cappelle, volta parte a vela e parte a botte, due cupole sostenute da pilastri. |
Principali elementi decorativi ed opere d’arte | S. Luca Apostolo, tela di Giovanni Lanfranchi. Evangelisti affrescati nei peducci, di Giovanni Lanfranchi S. Antonio Abate, tela di Giovanni Battista Trotti detto il Malosso (1599), ora conservata presso la pinacoteca civica. |
Progettisti | Marco Antonio Magnani e Bartolomeo Bosi. Pietro Dordelli (facciata). |
Approfondimenti e | Quando nel XIII sec. si demolì la chiesa di S. Maria de’ Bigulis per far posto al Palazzo Gotico, la comunità promise solennemente che ne avrebbe ricostruita un’altra con fronte sulla piazza per custodirvi l’immagine della Vergine già venerata nella chiesa distrutta, stanziando a tal proposito seicento lire imperiali. Nel XV sec. quando si pose mano all’opera di ricostruzione, furono acquistate alcune case dei conti Rossi adibite a bordelli, dopo un’intensa predicazione in favore dello sfratto delle “turpi femmine” che l’abitavano. Il ”luogo infame” fu quindi ribenedetto e sulla facciata si scolpirono due distici in latino, poi trasferiti al museo civico, che tradotti in italiano recitano “Nel 1468 fu ricostruita la Chiesa della Vergine dei Bigoli sepolta nella Piazza per quasi duecento anni, ecco io, che sono stata immonda stanza di vizi, cambiato nome, sono chiamata casa della Vergine”. La statua della Moadonna, per ospitare la quale era stata costruita la chiesa, rimase sul lato occidentale del Palazzo del Comune dal 1281 al 1597, quando su trasferita in un'edicola costruita sul balcone della facciata da Giacinto Vignola, figlio del celebre architetto del Palazzo Farnese. Nel 1812 fu trasferita nella Chiesa di S. Francesco, e poi nuovamente ricollocata sulla del Palazzo Gotico nel 1927, in una nicchia posta sui finestroni del primo piano. Oggi è conservata nel Museo Civico di Palazzo Farnese. A S. Maria delle Grazie sono intitolati altri due edifici religiosi in Piacenza. Lo scomparso oratorio di via Madoli, costruito nel 1694 affidato alla confraternita del SS. Nome di Maria, visse una vita stentata fino alla sua vendita a privati avvenuta nel 1962 (Cfr. A. Siboni, Op. cit., p. 83). La chiesa romanica di S. Maria delle Grazie, ricostruita nel XV sec., posta al chilometro 228 della via Postumia, in località Le Mose ai margini della città, è stata recuperata e riaperta il 27 settembre 2014, dopo anni di abbandono, frutto di un progetto congiunto tra il Comune e il Centro Studi Templari. |
Bibliografia | Armando Siboni, Domenico Ponzini, Le antiche chiese monasteri e ospedali della città di Piacenza (aperte, chiuse, scomparse), Piacenza, Banca di Piacenza, 1986, p. 52. Valeria Poli, La città di Piacenza e l’architettura religiosa scomparsa, Piacenza, Edizioni L.I.R., 2015, p. 99-102. |
Risorse esterne | Scheda sul sito dei Musei di Palazzo Farnese relativa alla scultura della Madonna col Bambino originariamente custodita in S. Maria de' Bigulis e per ospitare la quale era stat costruita la chiesa. |