Chiesa della Beata Vergine in Tropea
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Nel progetto della chiesa della Beata Vergine a Tropea, Ermenegildo Sintes riconfigura la chiesa appartenuta ai Padri carmelitani prima del terremoto del 1783, divenuta parrocchiale, filiale della Cattedrale. Secondo la perizia redatta dallo stesso Sintes la chiesa «patì molto le scosse de terremoti, ma però senza cadere». Anche per questo edificio il criterio seguito dall’architetto fu quello di ridimensionare gli spazi limitando lo sviluppo in altezza che, precedentemente, aveva ed escludendo dal nuovo progetto l’antico spazio del coro, ridimensionando cosi notevolmente la spesa del restauro della chiesa stessa. In pianta, infatti, l’architetto indica l’antico coro escluso dallo sviluppo della nuova chiesa che si articola invece come un’unica aula provvista di tre altari: il maggiore e due laterali. La sezione mostra la scansione architettonica della parete dove, alla campata centrale, con altare e cona formata da una grande cornice ovale, si affiancano due campate strette in cui a riquadri inferiori si sovrappongono finestre: le campate sono suddivise da semplici fasce. Il progetto mostra, invece, una facciata ad edicola sormontata da un attivo che avrebbe mascherato lo sviluppo del tetto. Nello sviluppo coerente dei partiti architettonici e delle decorazioni interne il Sintes raggiunge uno dei risultati più alti poi purtroppo modificato da volontà successive.
Segnatura: ASCZ, Cassa Sacra, Segreteria Ecclesiastica , b. 66, fasc. 1169
Oggetto: decorazione interna, decorazione esteriore, Antico coro, chiesa della Beata vergine del Carmine, Strada della ortalizia, Convento Abbandonato.
Progettista: Ermenegildo Sintes
Anno: 1791
Tecnica: inchiostro grigio , acquerello in grigio su carta avorio leggera
Scala: 40 palmi napoletani
Misure: mm 200x270