Scale Numeriche
print this pageNel Regno delle due Sicilie vi furono due sistemi di misure: quello stabilito dalla legge del 31 dicembre 1809 per i "Reali domini di là del Faro" e quello fissato dalla legge del 6 aprile 1840 per i "Reali domini di qua del Faro" (ex Regno di Napoli). Quest'ultimo, all'art. 2, prescriveva: «la base dell’intero sistema, il palmo, è la sette milionesima parte di un minuto primo del grado medio del meridiano terrestre ovvero la sette milionesima parte del miglio geografico d’Italia pari a 0,26455026455», sostituendo così il valore del vecchio palmo napoletano, pari a 0,2633333670 metri, fissato da Federico I d’Aragona con l'editto del 6 aprile 1480, al quale furono apportati correttivi nei successivi periodi.
A partire dall'Unità d'Italia viene adottato il sistema metrico decimale.
Le misure dei disegni relativi ai secc. XVIII e XIX - conservati presso l'Archivio di Stato di Catanzaro - risultano espresse in palmi, canne, passi, scala ticonica e metri.
Palmi Napoletani
Unità di misura della lunghezza avente valore variabile a seconda dei luoghi e dei tempi. Il palmo napoletano valeva 0,2633333670 metri (dal 1480 al 1840), 0,26455026455 metri (legge del 6 aprile 1840).
Il palmo è simile alle misure in vigore in Europa prima dell’avvento del sistema decimale. I sottomultipli, in numero di tre, erano molto simili ai corrispondenti anglosassoni: 1/12 di palmo era un’oncia lineare che, a sua volta, era una linea. La linea si divideva ancora in 1/12 di linea che era la microscopica misura di un punto (circa 0,15 mm). I multipli, anch’essi in numero di tre, erano: 8 palmi che costituiscono una Canna, 16 canne che formano una corda e 45 corde che rappresentano il miglio (pari a 1,486643328 km).
Canne
La canna costituiva la misura di grandezza utilizzata prima dell’introduzione del sistema metrico decimale.
In base all’editto del 6 aprile 1480, emanato da Ferdinando I d’Aragona, veniva utilizzata la canna composta da 8 palmi avente valore di 2,109360 metri. Era l’unità di misura più utilizzata nel commercio al minuto dei tessuti, tele, stoffe, e nelle misurazioni inerenti la costruzione di fabbricati, tavole, pietre. Il suo sottomultiplo era la “mezza canna”.
La legge del 6 aprile 1840, emanata da Ferdinando II, stabilì che doveva utilizzarsi la canna lineare composta da 10 palmi avente valore 2,6455026455 metri.
Passi
Il passo era un'altra unità di misura di lunghezza in uso prima dell’adozione del sistema metrico decimale e avente valore variabile a seconda dei luoghi e dei tempi.
A Napoli, l’editto del 1480 stabilì l’utilizzo di due passi:
- il passo itinerario, composto da 7 palmi ed uguale a 1,84569 metri;
- il passo della terra, composto da palmi 7 e 113, pari a 1,9335799 metri.
Nel Duomo di Napoli si trova, da almeno sei secoli, il campione dell’unità di misura del passo napoletano. Si tratta di un’asta di ferro (lunghezza pari a 194 cm) incastrata verticalmente nell’ultimo pilastro della navata sinistra prima del transetto.
Sistema Metrico Decimale
In Francia nel 1775, fu costituita una commissione di scienziati presieduta da Luigi Lagrange con l’obiettivo di unificare le unità di misura in modo da creare un’insieme di unità da usare per le misure di lunghezza, di peso, di capacità e così via.
Esso si fonda su unità di misura legate ai propri multipli e sottomultipli dal rapporto di uno a dieci, uno a cento, uno a mille.
Il metro ha una lunghezza pari alla quaranta milionesima parte del meridiano terrestre. Dal metro derivano tutte le altre unità di misura che formano il sistema metrico decimale.
BIBLIOGRAFIA
- Carlo Afan de Rivera, Tavole di riduzione dei pesi e delle misure delle due Sicilie in quelli statuiti dalla legge de’ 6 aprile 1840, Napoli, Stamperia e cartiere del Fibreno, 1840
- Renzo Chiovelli, Tecniche costruttive murarie medievali: la Tuscia. Storie della tecnica edilizia e restauro dei monumenti, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2007
- Ferdinando Visconti, Del sistema metrico della città di Napoli e della uniformità de' pesi e delle misure che meglio si conviene a' reali domini di qua dal faro, Napoli, Stamperia Reale, 1838