Cattedrali e Chiese
print this pageL’insediarsi della dinastia dei Borboni a Napoli con Carlo III, verso la metà del XVIII secolo, segnò l’avvio di un importante rinnovamento istituzionale ed organizzativo del Regno, le cui riforme erano finalizzate a esercitare un’azione conoscitiva del territorio e a rafforzare le autonomie culturali. Ciò favorì nuovi progetti di formazione della classe dei tecnici, ingegneri militari e cartografi preposti alla riorganizzazione e al controllo del territorio. Il tema della pianificazione e dell’assetto territoriale fu uno degli argomenti cardine della politica di Carlo III che riscontrò conferme in un ambiente sollecitato ed attento alle innovazioni introdotte anche dalla cultura illuminista. In questo vivace ambiente culturale e riformista napoletano, i Borboni intervennero nella Calabria Ulteriore in seguito al terribile evento sismico del 1783 che aveva distrutto irreparabilmente l’edificato, sconvolgendo il territorio e provocando ingenti danni e perdite di vite umane.
Da questo momento la storia della Calabria, in particolare della provincia di Calabria Ulteriore, si avviò, anche se lentamente, ad un rinnovamento integrale attraverso una serie di riforme interessanti sotto l’aspetto politico, economico, sociale ed urbanistico con l’istituzione della "Cassa Sacra", magistratura speciale creata da Ferdinando IV col compito di sopprimere o sospendere ordini religiosi, incamerandone i beni e destinandone le rendite alla ricostruzione ed al sollievo della popolazione.
Furono varati una serie di provvedimenti straordinari per la ricostruzione dei centri distrutti ma, anche, per una riorganizzazione di tutto il sistema assistenziale. Venne impostato un sistema di ospedali, di ospizi e di conservatori e, per la nutrita schiera di ingegneri ed architetti, chiamati ad operare in Calabria per la ricostruzione post-terremoto, furono redatte specifiche istruzioni per la progettazione.
L’architettura, solamente in piccola parte conservata a causa del terremoto, rispecchia la condizione sociale, religiosa e civile presente sul territorio. La mancanza di opere di pregio era la chiara faces urbana di una popolazione povera e vessata dal feudatario; gli impianti architettonici, infatti, erano semplici e poco omogenei, chiaro segnale di una scarsa attenzione architettonica, oltre che poco solida, data dalla presenza di maestranze poco qualificate. L'ingegnere Pietro Frangipane conferma che, in Calabria il trapasso dal classicismo al barocco «non ha la minima soluzione di continuità: la cronologia non conta. Le maestranze calabre proseguivano il loro lavoro fedelissime agli esempi che erano sempre gli stessi».
Si può, comunque, asserire che l’attività degli architetti ed ingegneri, che lavorarono in questo periodo in Calabria siano state fondamentali per il rinnovamento di un linguaggio architettonico molto particolare, il "Protobarocco", che in poche altre parti d’Italia ha eguale, e seppur lentamente evoluto, ha proposto soluzioni composite e razionali, idee e soluzioni anche piuttosto attuali.
Dalla numerosa cartografia sono stati selezionati:
- n. 13 disegni dal fondo Cassa Sacra, serie Atti Vari, Segreteria Ecclesiastica, Vendite e Censuazioni
- n. 3 disegni dal fondo Consiglio degli Ospizi, serie Affari Speciali
Bibliografia
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