Il 18 e 19 marzo, in molti paesi si festeggia San Giuseppe. In Molise il santo viene festeggiato attraverso tavolate con più portate. In particolare, i giorni della viglia e dell’antivigilia del 19 marzo vengono impiegati per la preparazione di pietanze tipiche, come le scrippelle o screppellezeppulecaragni o caragnolisfringiuni o sfringi. Nelle case e nei vicoli vengono allestiti altarini con quadri della Sacra Famiglia, illuminati da candele e ceri, dinnanzi ai quali si recitano rosari e litanie e si intonano i canti per San Giuseppe. Il giorno della vigilia si preparano i pani di San Giuseppe, portati il giorno dopo in chiesa per farli benedire,  per poi distribuirli sulla soglia di casa. Il giorno di San Giuseppe si svolge il Convito con le tredici o, in alcuni paesi, diciannove portate, per il quale vengono scelti coloro che devono interpretare la Sacra Famiglia: un uomo anziano sposato per San Giuseppe, una donna preferibilmente nubile per Maria, un bambino per Gesù. Le portate variano di paese in paese, anche se alcuni piatti sono ricorrenti, come le arance condite, i legumi, i maccheroni con mollica, il baccalà. Il 19 marzo, dopo la funzione religiosa e la processione, i componenti della Sacra Famiglia entrano nella casa in cui si svolge il Convito, mentre in un ambiente più grande prendono posto altri commensali, compresi forestieri, in segno di generosità. Il Convito è preceduto ed è seguito dalle preghiere dei personaggi che interpretano la Sacra Famiglia.

In alcuni comuni, la festività di San Giuseppe è accompagnata dall’accensione di falò. È questo il caso di Santa Croce di Magliano, in cui si tramanda la tradizione dei “maruasce”, falò accesi nel paese, il cui rito si confonde quelli dedicati a Sant’Antonio.

Il 21 marzo si svolge a Ferrazzano una tradizionale gara di trottole, dette strumml. Il 27 nello stesso comune si festeggia la rottura della Pignata, che non è altro che un coccio di terracotta riempito con caramelle e dolciumi, posto al centro di una stanza. Una persona bendata deve riuscire a rompere la Pignata con un bastone.

Diverse sono le usanze in tempo di Quaresima, tra queste ricordiamo la Quarantana di Santa Croce di Magliano, che consiste nell’appendere una “pupattola” ai balconi. La bambola è fatta di stracci, alla sua estremità viene attaccata una patata infilzata da sette penne, che hanno la funzione di scandire il tempo che precede la Pasqua: ogni domenica di Quaresima viene tolta una penna. La pupattola rappresenta una donna anziana vestita a lutto, in quanto rappresenta la moglie del defunto Carnevale. Oggi la tradizione persiste ancora, seppur molto ridimensionata.

Il giorno del venerdì santo vengono organizzate processioni in molti paesi molisani, particolarmente note sono quella di Campobasso e di Isernia. A Campobasso la processione è accompagnata dallo struggente canto del venerdì santo o “Teco vorrei o Signore”. Quella di Isernia si caratterizza invece per la presenza degli Incappucciati, che trasportano le statue di Maria, del Cristo morto, dell’Ecce homo e le Croci.

 

Mauro Gioielli, Così in regione si festeggia San Giuseppe, “Extra”, settimana-le, VI, n. 10, 20 marzo 1999, p. 13.

Mauro Gioielli, Le tavole di San Giuseppe. Riproposto un antico culto, “Nuovo Molise”, quotidiano, IX, n. 78, 19 marzo 2004, p. 6.

Per la tradizione dei “maruasce” a Santa Croce di Magliano:

http://www.santacroceonline.com/InfoPaes/FestePop/marauasce/marauasce.htm

Per la tradizione della Quarantana:

http://www.santacroceonline.com/InfoPaes/FestePop/quarantana/quarantana.htm

Per la settimana santa a Isernia:

http://www.idea.mat.beniculturali.it/feste-e-tradizioni/molise/item/272-settimana-santa-a-isernia