Eduardo De Filippo
print this pageDrammaturgo, attore, regista, poeta e sceneggiatore (Napoli 1900 - Roma 1984)
Fra i massimi esponenti della cultura italiana del Novecento, Eduardo De Filippo è autore di numerosi drammi teatrali da lui stesso messi in scena e interpretati, in seguito tradotti e rappresentati anche all'estero. Impegnato anche nel cinema, per i suoi alti meriti artistici e contributi alla cultura viene nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini e candidato per il Premio Nobel per la letteratura. Prima di entrare a far parte della Compagnia Teatro umoristico: i De Filippo, nel 1914 entra stabilmente nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta. Alla fine della Prima guerra mondiale Eduardo è incaricato, dal comando dove presta servizio di leva, di organizzare piccole recite per i soldati, ponendosi coma autore, attore e direttore di compagnia. È in questo periodo che matura il desiderio di essere, oltre che autore, anche attore e regista, scrivendo, nel 1920, la sua prima commedia: Farmacia di turno, atto unico dal finale amaro. In lui spiccano la severità e il rigore che gli derivano in parte da Vincenzo Scarpetta e che influenzeranno tutta la sua carriera. Nel 1922 scrive Ho fatto il guaio? Riparerò! che prenderà qualche anno dopo il titolo definitivo di Uomo e galantuomo. A partire dal 1927 Eduardo tenta un esperimento in proprio, mettendo in piedi una cooperativa d'attori senza produttore né finanziatore diretti e per la quale chiama i fratelli Peppino e Titina a recitare in un sodalizio con Michele Galdieri; nasce così la Compagnia Galdieri-De Filippo. Nel 1931 per la prima volta viene portata in scena la commedia Natale in casa Cupiello e la Compagnia Teatro umoristico: i De Filippo raggiunge l'apice dell'impegno e del successo. Ogni settimana diviene necessario cambiare cartellone, come consuetudine negli anni di avanspettacolo, dove si recita subito dopo la proiezione di un film. Tra i lavori portati in scena: Sik-Sik, Quei figuri di trent'anni fa, Portate al portiere, Una bella trovata, Noi siamo navigatori, Il thè delle cinque, Cuoco della mala cucina. Curioso è l'episodio della parodia di Cavalleria rusticana che la compagnia porta in scena ma che turba profondamente Pietro Mascagni al punto di farne bloccare le repliche. Negli anni immediatamente successivi, si inizia a formare un primo “repertorio eduardiano” che la Compagnia porta in scena, alternandolo con i lavori scritti da Peppino, Titina, Maria Scarpetta, Ernesto Murolo e Gino Rocca. Interessante è, poi, l'incontro casuale con Luigi Pirandello, che porta all'interpretazione dell'opera Il berretto a sonagli (1936) e la scrittura della commedia L'abito nuovo. A seguito di diverbi con Peppino, Eduardo fonda la sua nuova compagnia, che si chiama semplicemente Il teatro di Eduardo; nel 1948 acquista il semidistrutto Teatro San Ferdinando di Napoli dove nel tempo interpreterà la sue opere ma metterà in scena anche testi di autori napoletani per recuperare la tradizione e farne un trampolino per un nuovo teatro in cui il napoletano divenga lingua ufficiale. Notevole è il suo impegno politico e sociale: a ottant'anni, nominato senatore a vita, lotta in Senato e sul palcoscenico per i minori rinchiusi negli istituti di pena. Tradotto e rappresentato in tutto il mondo, nel 1963 riceve il Premio Feltrinelli per la rappresentazione de Il sindaco del rione Sanità. La lezione teatrale di Eduardo De Filippo resta imprescindibile non solo per quanto concerne la contemporanea drammaturgia napoletana: tracce della sua influenza sono rintracciabili anche in Dario Fo e Ascanio Celestini.
Eduardo De Filippo in un disegno (dalla copertina di «Dramma» del 15 luglio 1940)