Fausto Maria Martini
print this pagePoeta, drammaturgo e critico letterario (Roma 1886 - 1931)
Nato a Roma da un'agiata famiglia borghese, dopo aver frequentato il liceo classico Fausto Maria Martini si iscrive alla facoltà di giurisprudenza ma ben presto scopre che i suoi interessi sono altri, poiché fortemente affascinato dagli studi letterari, dal giornalismo, dal teatro e, soprattutto, dalla poesia. Le sue prime raccolte, di ispirazione crepuscolare, sono Le piccole morte (1906) e Panem nostrum (1907), dove evidenti appaiono le suggestioni carducciane e pascoliane. In questi stessi anni intraprende un viaggio con amici poeti negli Stati Uniti d'America, che gli ispirerà, nel 1930, la pubblicazione del libro di narrativa Si sbarca a New York: la rievocazione in modo nostalgico e fantasioso, seppur sobrio, dell'età felice delle speranze e dei sogni, gli anni della poesia. Di ritorno dall'America, Fausto Maria Martini si ritira per un breve periodo di tempo in un convento di frati cappuccini, alla ricerca di serenità ed equilibrio interiore, pubblicando poi le Poesie provinciali (1910). Rientrato a Roma nel 1909, inizia a lavorare come critico letterario nella redazione della rivista «Tribuna» per poi passare, nel 1925, a «Il Giornale d'Italia». Sono questi gli anni in cui pubblica anche testi teatrali come Il mattutino (1910), La bisca (1911), la trilogia Aprile (1913) e Il giglio nero (1914). Nel 1915 si arruola come volontario nella Prima guerra mondiale ma in trincea viene ferito gravemente con un colpo al cranio che lo costringerà a peregrinare per ospedali nei tre anni successivi. Le conseguenze dell'incidente sono complesse: ai problemi fisici dovrà, infatti, aggiungere una grave crisi depressiva ma la sua produzione artistica non indietreggia affatto, anzi, si arricchisce di opere narrative come Verginità (1921), Il cuore che m'hai dato (1925), I volti del figlio (1928) e il già citato Si sbarca a New York.