Ermete Zacconi
print this pageAttore (Montecchio Emilia 1857- Viareggio 1948)
Figlio d'arte, Ermette Zacconi esordisce sotto la guida del padre e introduce sulle scene nazionali il verismo interpretativo, conformando le sue interpretazioni a un estremo realismo. Per diversi anni lavora come primo attore, per poi divenire, nel 1897, capocomico. Il suo repertorio spazia da William Shakespeare a Henrik Ibsen, da Giuseppe Giacosa ad Alexandre Dumas figlio, a Roberto Bracco, a Gerolamo Rovetta. Notevoli le sue torunée, anche all'estero e i più grandi successi li ottiene con Re Lear, Otello, Lorenzaccio di Alfred de Musset e La morte civile di Paolo Giacometti. Con gli Spettri di Ibsen raggiunge il massimo del realismo, con una sconvolgente rappresentazione dei sintomi della paralisi progressiva, la malattia del protagonista. In Il cardinale Lambertini di Alfredo Testoni rivela un suadente realismo mentre nel cinema viene sfruttato perlopiù in chiave popolare.
Ermete Zacconi in un disegno (dalla copertina di «Dramma» del 15 agosto 1939)