Coppi il calciatore
di Marco Ballestracci
Non credo sia possibile che Coppi fosse milanista e a questo punto m’oppongo fortemente a quelli che l’affermano.
L’ho trovato scritto a destra e a sinistra, ma uno con un’espressione del volto sempre così assorta doveva essere per forza tifoso d’un’altra squadra.
La famosa partita del 14 gennaio 1950 all’Arena di Milano tra “I Ciclisti del Nord", in maglia rossonera, e “I Ciclisti Toscani”, in maglia nerazzurra, è la conferma più chiara.
Tutte le fotografie che immortalarono l’evento mostrano un Coppi concentrato, mai divertito, con una faccia un po’ così, con l’espressione un po’ così, che abbiamo noi che siam nati a Genova.
Anche quando sorride, nella foto di squadra per esempio, sembra che alzi gli angoli della bocca per far piacere al fotografo, perché è così che si fa davanti all’obiettivo, ma non par proprio che si senta a suo agio in maglia rossonera.
Serse sì che si diverte senza discussioni, persino Fiorenzo Magni sta a pennello nella divisa del portiere dei Ciclisti del Nord, nonostante sia un apolide toscano, ma Fausto ha sempre quella faccia lì.
Se Coppi fosse stato davvero milanista non avrebbe dovuto avere la scafa: Umberto Trabattoni nella stagione 1949/50 aveva completato la linea d’attacco del Milan affiancando a Gunnar Nordhal altri due svedesi, Nils Liedholm e Gunnar Gren, e già il 14 gennaio del 1950 tutti avevano compreso che razza di macchina d’offesa era il trio Gre-No-Li.
Perciò Coppi calcisticamente è malinterpretato.
Con quella faccia lì poteva essere del Genoa oppure della Sampdoria, come dice la canzone di Conte, ma secondo me il suo cuore batteva per una squadra che, come lui, siglò il 1949.