Coppi il romano
di Giampiero Petrucci e Fabio Bellisario
Coppi, Nulli e Roma: il trinomio della rinascita. Nella Primavera del 1945 Coppi trova il suo centro di gravità permanente nella Capitale, la Mater degli italiani. Compromesso nel fisico e nel morale, privato degli affetti familiari, stritolato negli ingranaggi della guerra ma strappato alla prigionia degli Alleati da Edmondo Nulli che gli offre un contratto, Fausto ritrova a Roma non solo l'agonismo ma anche e soprattutto la voglia di vivere. Roma è città aperta quanto lacerata nel tessuto sociale, capace ancora di accogliere come di risorgere grazie a quanti, elaborata la tragedia, credono nel riscatto attraverso l'inventiva, l'energia, il rischio, seppur tra lutti e macerie. Edmondo Nulli è tra questi e con Coppi sviluppa una simbiosi vincente, una sintesi esemplare di talento, passione, umanità, affetto, lealtà. Il geniale meccanico capitolino si trasforma in padre, fratello maggiore, zio affettuoso per Coppi, restituendo allo sport il grande corridore. A Roma, dove nel 1942 aveva vinto il "tricolore", Coppi rivive sensazioni perdute, ritrova d'incanto la sua pedalata e la vittoria: nella Coppa Salvioni batte allo sprint Bartali, primo e misconosciuto episodio di una rivalità leggendaria. Tutto diventa finalmente chiaro per Fausto: l'incubo è finito, può ancora ambire ai massimi traguardi. Roma è dunque Mater anche per lui che in una parola vi risorge, vi rinasce, tornando ad essere uomo prima che atleta. Coppi, Nulli e Roma: una storia esemplare ed ammonitrice, basata su un concetto primario. La forza della speranza.