Fabri, L'uso della squadra mobile ... 1598

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FABRI, OttavioL'vso della squadra mobile ...In Venetia : appresso Francesco Barilleti, all'insegna del Mondo, 1598.














L vso dellsquadra mobile ...In Padova : appresso Pietro Bertelli, 1615

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Scarseggiano le notizie biografiche sul veneziano Ottavio Fabri,che nella dedica dell’opera al nobile Curio Boldieri “di Venetia il dì primo Aprile 1598” si sottoscrive “ingegnero publico” (se ne conoscono alcune mappe e rilievi cartografici); tra i sonetti encomiastici a lui dedicati che precedono l’opera, figura quello del celebre architetto Giovan Battista Aleotti detto l’Argenta. Da un’altra dedica, al nobile trevisano Giovanni Francesco Gandino, risulta chiaro che l’invenzione dello strumento di cui si tratta è in realtà da attribuirsi al padre di quest’ultimo, Marcantonio, traduttore di Frontino, Senofonte e Plutarco ed eccellente matematico, nonché esperto di architettura militare cui la morte improvvisa impedì di divulgare l'ingegnoso ritrovato, compito che poi venne assunto dal Fabri. 

Al tempo stesso quadrante, quadrato geometrico e bussola, la squadra mobile era destinata ai più vari tipi di misurazione (altezze, profondità, rilievo urbano e territoriale); il manuale godette di una buona fortuna, come testimoniano le tre successive stampe padovane: la seconda edizione qui esposta - che riprende l’elegante frontespizio inciso della prima- nel 1615 e le successive del 1670 e 1673.

Il volume pur privo di note di possesso, reca la collocazione della Abbazia di S.Giustina

Leggi il testo on-line nelle edizioni del 1598 e del 1615

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