L’editoria

Nei primi decenni del Novecento, il contesto editoriale piacentino risultava segnato dall'uscita sul mercato di una miriade di pubblicazioni, specchio della situazione economica produttiva. La parte del leone spettava all'editoria legata all'agricoltura, grazie alle attività editoriali della Cattedra ambulante di Piacenza e della Federazione italiana dei Consorzi agrari. Ma non mancavano echi della vita associativa legati alle società di mutuo soccorso o alle associazioni religiose o operaie. Mano a mano l'editoria piacentina si rivelò sensibile all'attività creditizia (i bilanci della banche), ma anche alle esigenze dei diversi ordini di scuole.

Scorrendo i cataloghi degli editori e dei tipografi piacentini di quel periodo, emerge, via via, il definirsi di una certa specializzazione, esito della capacità commerciale e produttiva di occupare posizione in un mercato comunque non ampio. Ma, quello editoriale, era comunque un mondo in movimento. Rimaneva la preminenza dei Porta che avevano conquistato una parte importante del mercato locale, ma anche della stamperia Del Maino, dai cui torchi usciva, ad esempio, il "Bollettino storico piacentino". Dal mondo dei librai ambulanti di Pontremoli, era iniziata l'avventura dei Tarantola e dei Rinfreschi, che nei primi anni Dieci avevano fondato, nella zona del Molino degli Orti, lo stabilmento dell'Arte Bodoniana. E nell'anno 1921, trovarono spazio anche le edizioni del Chiolini e del Ghelfi, creatore di una interessante Biblioteca teatrale, che merita un particolare approfondimento.