1921 - La memoria di carta
di Filippo Lombardi
Dopo la Prima Guerra Mondiale, caratterizzata da quella che oggi viene definita la “morte di massa”, fu fortemente avvertito il bisogno di ricordare coloro che dalla guerra non erano tornati.
Era difficile trovare una famiglia che non avesse avuto, in modo diretto o indiretto, una perdita irreversibile legata alla guerra, e non esiste località, dalla grande città alla più piccola frazione, che non abbia avuto a lamentare un alto e imprevisto numero di morti e di dispersi.
Ogni paese provvide quindi a realizzare una memoria tangibile, che fosse il classico Monumento ai Caduti o il più romantico Viale della Rimembranza, caratterizzati dalla posa di nuovi alberi intitolati ai caduti.
Ma Monumenti e Parchi della Rimembranza riguardano la dimensione pubblica e collettiva del culto dei morti e della memoria bellica.
Un’altra cosa è invece il lutto individuale, il lutto che prende origine in ambito familiare e viene vissuto in una dimensione più ristretta: in Italia si ebbe un particolare tipo di ricordo, che trovò la sua espressione nella pubblicazione di opuscoli commemorativi dedicati a singoli caduti.
Queste pubblicazioni offrono lo spunto per uno studio completamente differente del lutto e del culto dei morti in guerra, perché qui il lutto e l’elaborazione del trauma che ne consegue sono vissuti dal punto di vista personale e privato dei parenti.
Sono pubblicazioni dalle caratteristiche estremamente variabili: si va da fascicoletti di pochissime pagine, realizzati in grande economia, a veri e propri volumi di lusso.
In questi opuscoli è presente la vita privata dello scomparso: possiamo leggere le lettere spedite dal fronte ai familiari, gli annunci di morte dati alle famiglie, i ricordi personali di parenti e amici intimi, le lettere di condoglianze inviate dalla comunità in lutto e altri documenti, per esempio pagine di diario personale.
Questo tipo di commemorazione riguarda, come si può ben immaginare, il ceto borghese medio-alto nei suoi segmenti colti, in grado da un lato di poter soddisfare le esigenze finanziarie della stampa e dall’altro di possedere la capacità culturale di realizzare una commemorazione scritta: si comprende così come la maggior parte degli opuscoli siano stati dedicati a ufficiali, in quanto chi aveva frequentato le scuole superiori o l’università veniva quasi automaticamente avviato alle scuole per ufficiali di complemento. Le opere dedicate a soldati semplici o a graduati di truppa, che statisticamente provenivano dalle classi sociali più basse, rappresentano una percentuale significativamente minoritaria.
Vai a: I caduti piacentini