14 SETTEMBRE 1921, VI CENTENARIO DELLA MORTE DI DANTE ALIGHIERI
Il VI centenario della morte di Dante Alighieri diventa pretesto per Stefano Fermi per scrivere un polemico articolo sul Bollettino storico piacentino del 1921 dal titolo “Piacenza e i piacentini nell’opera di Dante” dove ironicamente l’autore accoglie la richiesta di molti di non lasciar passare inosservata la ricorrenza dantesca e ne approfitta per “recensire un opuscolo commemorativo dal titolo emblematico Onorate l’Altissimo Poeta nel quale più d’un contributo [gli] era indigesto”.
Al di là del giudizio critico del Fermi, è comunque indubbio che il sesto centenario risvegliò il fervore degli studiosi piacentini che si dedicarono a questo numero unico, edito dalla Società Tipografica Editoriale Porta, con una serie di interventi celebrativi. Filo rosso rimaneva l’ossessiva ricerca di tracce di piacentinità nell’opera dantesca, così come la ricerca di prove del suo passaggio a Piacenza, ad oggi ormai smentito per la mancanza di fonti attendibili: “Chi sa: forse Dante vi fu a Piacenza. Quando si recò a Parigi per la visita alla Sorbona nel Vico degli strami… fece indubbiamente questa strada, l’Emilia, e siccome le fermate erano spesse per cambio delle cavalcature, Piacenza assai probabilmente fu una delle sue tappe, ed è più che presumibile che un potente osservatore com’era lui, non si sia fermato fuori alla posta dei cavalli, ma abbia dato una capatina nella vicina città, quanto più piccola nel medio evo d’ora, altrettanto più caratteristica”.
Il 13 settembre la “Libertà” in prima pagina riporta l’articolo di Aldo Ambrogio Visitando il Sepolcro di Dante, in cui l’autore descrive con precisione il viaggio in treno che “scivola sul pianoro romagnolo vasto e sconfinato, inghiottito dolcemente dall’azzurro Adriatico che lo lambe calmo con le sue piccole onde” e il suo arrivo a Ravenna per assistere alle celebrazioni. Nei giorni successivi il quotidiano dedicherà numerosi interventi alle celebrazioni a Piacenza e nelle città italiane oltre ad aneddoti curiosi sulla vita del poeta. Si parlerà delle celebrazioni a Roma, Firenze e Trieste, dell’emissione dei nuovi francobolli dedicati al centenario, della ironica disquisizione su un giovane Dante con o senza barba, delle rappresentazioni dei suoi ritratti, dell’invito del comitato dei Sindaci di Ravenna, Firenze e Roma a versare un contributo per la fusione della “campana di Dante” e delle celebrazioni della “Dante Alighieri” del 4 dicembre al Municipale con il poeta Francesco Pastonchi, un evento “fuori del comune e dell’ordinario, e quindi tutti i cittadini che hanno a cuore il culto del bello vorranno comunque adoperarsi affinchè il Poeta sia degnamente onorato e il suo celebratore sia degnamente accolto”.
In occasione del sesto centenario dantesco del 1921, molti furono gli artisti che si cimentarono, con nuovo linguaggio figurativo, in cartoline e manifesti dedicati a Dante e alle sue opere. La “Strenna Piacentina”, rivista dell'Associazione Amici dell'Arte, che proprio nel 1921 iniziava le pubblicazioni, presentò di rosso la xilografia del Dante di Adolfo De Carolis (1874-1928). Allieva del De Carolis fu la pittrice piacentina Luisa Lagorio (1900-1922), autrice della copertina del volume Onorate l'Altissimo Poeta, edito a Piacenza dall'editore Porta.
Vedi anche:
Francesco Pastonchi su "Libertà"