Cartoline postali inviate da soldati italiani internati nei lager tedeschi e nei campi di prigionia alleati (Prefettura I, b. 995):
47a - 11 maggio 1943. India. Su questa cartolina postale britannica riservata ai prigionieri di guerra italiani il testo è prestampato e il mittente può solo barrare le voci che non interessano.
47b - 19 luglio 1943. Somalia italiana. Ci si prevale ancora una volta di una cartolina dell'Impero ma è troncata ad arte la sommità con l'arme regio; al centro spicca, in rosso, un timbro della Wehrmacht mentre annullo e stampigliatura per l'indirizzo a sinistra sono del comando alleato.
47c - 16 settembre 1943. Firenze. Inviata ai familiari all'indomani dell'armistizio probabilmente da uno sbandato. Suona a tal punto ironico il solito slogano stampigliato: “VINCEREMO”.
47d - 8 gennaio 1944. Rodi. Campo di raccolta n.1. Sulla cartolina in cui, per consuetudine, le notizie si limitano alla salute, spicca in alto a sinistra a stampa la seguente frase: “Affermo solennemente, e senza tema di essere smentito né oggi né mai, che la responsabilità della guerra ricade esclusivamente sulla Gran Bretagna”.
47e - 11 dicembre 1944. Danzica. Mohnlager Ferdinand IV. In basso a sinistra la stampiglia: “Der Führer kennt nur Kampf, Arbeit und Sorge. Wir wollen Ihm del Teil abnehmen, Den wir Ihm abnehmen können” [N.d.R.: “Il <Führer> non conosce altro che la lotta, il lavoro e la sollecitudine. Vogliamo prendere da lui ciò che possiamo prendere”]. Il pensiero hitleriano si sintetizza in tre punti: Lotta, Lavoro e Pensiero.
47f-10 gennaio 1945. Borna (Germania). Lager Hohensonne. Sulla stereotipata cartolina postale tedesca il messaggio allarmato per le sorti dei familiari di un msoldato gaibese chiaramente informato dell'avanzata alleata in Italia: “...sono giorni di sospiri... Ecco il nostro pensiero di ora non ricevendo vostre notizie che siate già nel pericolo...”.
Lettere di militari italiani prigionieri nei lager nazisti e nei campi di concentramento alleati (Prefettura I, b. 995):
48a - 12 marzo 1944. Stammlager XI. Un gaibese scrive ai familiari: “...mi mandi tabaco e cartine e se trovi anche sigarette. e per il pane devi fare due tiere grosse e le fai biscotare bene. e se puoi un salame e un paio di pagnotte dolci. roba da vestire nulla...”
48b - 22 maggio 1945. Gran Bretagna. Campo 118. Un prigioniero di guerra scrive ai familiari a S. Martino di Venezze: “...ormai la guerra è finita e se non sarà presto sarà tra non molto, se Iddio non vorà che così non sia, che s'abbraccieremo...”
48c - luglio 1945. Francia. Sul retro della busta che conteneva la lettera una fascetta riporta stampigliato a grandi caratteri: “OPENED BY U.S. ARMY EXAMINER” [N.d.R.: “APERTO DA UN ISPETTORE DELL'ESERCITO STATUNITENSE”]
48d - 6 agosto 1945. Egitto. Così scrive ai genitori un militare di Canaro: “...Cari genitori forsse vi dirano che noi siamo liberi ma non cigredette che non è vero... qui fa 70 gradi di calore, ma ormai sissoporta perche di questa terra cissiamo gia abituati per forza, sonno otto ore di lavoro sotto a questo solle...”
48e - 31 dicembre 1945. Australia. Ancora una lettera che rassicura i familiari di Canalnovo sulla salute del soldato ancora ‘ospite’ degli inglesi nella lontanissima Australia.
Corrispondenza di prigionieri italiani inviata tramite la C.R.I (Prefettura I, b. 995):
49a - luglio 1942. Asmara. Sulla busta priva di contenuto un semplicissimo, tenero messaggio: “Ricivi un bacio”.
49b - 15 giugno 1945. Ojnabruck (Germania). Sul modulo della C.R.I. in stampatello le notizie rassicuranti ai familiari di un gaibese prigioniero degli alleati.
50 - 20 marzo 1946. “Notiziario prigionieri”. Edito a cura del Consiglio dei Ministri, il bollettino informava sulle condizioni degli italiani ancora prigionieri nei vari Paesi e su quelli via via affrancati. Questura, b. 180
Stralci di lettere passate al vaglio della Censura e inviate per conoscenza dal prefetto di Rovigo al direttorio Nazionale del P.N.F. capitolino e al segretario della Federazione provinciale dei Fasci di combattimento di Rovigo (Prefettura I, b. 952):
51a - Dalla relazione dell'8 luglio 1943 notizie catalogate dal prefetto come allarmistiche: dalla Sicilia in cui è in atto l'atterraggio alleato un militare scrive: “Quà navighiamo in torbide acque e sono affari seri, presto non passerà neppure la posta perchè lo stretto è battuto a tutte le ore. Andrà a finire che resteremo tutti bloccati in trappola e prigionieri. Poveri noi!”.
51b - Dalla relazione del 15 luglio 1943: “...Siamo stati attaccati dai partigiani che hanno fatto morti e feriti; andiamo fuori giorno e notte nei boschi per tenere a bada questi ribelli ma non torniamo mai tutti...” (caporale maggiore Merlini Maurizio a Sarti Giuditta di Frassinelle Polesine). “...Si fa una vita impossibile anche di notte, il riposo è breve e su quattro foglie secche e siamo in una montagna deserta dove ci sono solo sassi...” (cap. le Pellegatti Filippo a Pellegatti Pelia di Ficarolo). “Quì non si trova più niente da mangiare
51c - Dalla relazione del 22 luglio: notizie catalogate come allarmistiche: "... Bisogna rassegnarci alla sorte ed accettare passivamente quello che viene. Ormai non ci resta altro. Ho il vago presentimento che si avvicini la fine, sarà quello che sarà...". "... Pensare cosa si è fatto per questa nostra Patria da cento anni ad oggi, ed ora, da pochi mesi, tutta questa rovina... Come devono soffrire i nostri ufficiali! Esposti alle umiliazioni contro la loro volontà..."
