Sostenuta dall'opera dei maggiori esperti del settore, l'azione del Nucleo di Propaganda del regime fascista si orientò sempre più sulla denigrazione del nemico, ormai "in casa"
Nonostante la costante censura e manipolazione dei racconti che della guerra fanno soldati e cittadini, la visione vittoriosa sostenuta dal regime si infrange contro l'esperienza quotidiana, caratterizzata da editti e proclami, rastrellamenti e persecuzioni razziali, delazioni e bombardamenti.
Anche il ruolo della stampa negli ultimi anni di guerra svolge un ruolo fondamentale nel disinformare, più che nell'informare, il cittadino. Sparite quasi del tutto le notizie sull'andamento sempre più difficoltoso della guerra, le "veline" imposte dal regime sostituiscono quasi completamente l'informazione proposta dai quotidiani; al contempo, l'editoria in generale consolida la sua funzione apologetica di una idologia sempre più imperniata sull'intolleranza e sul razzismo. Di segno diametralmente opposto sarà l'orientamento della stampa dopo l'aprile 1945, alla cui direzione, epurati i collaborazionisti del passato regime, vengono inseditati uomini di fiducia delle diverse componenti del C.L.N.