Ministro plenipotenziario a Buenos Aires

La nomina a Ministro plenipotenziario di Buenos Aires fu accolta con molto calore dall'opinione pubblica: dopo nove anni passati in Sud America Adolfo Rossi aveva ormai sviluppato "speciale competenza [...] nella conoscenza dei problemi che riguardano la collettività italiana" lì residente, ed era "ben conosciuto e largamente stimato in Argentina per le relazioni da lui pubblicate, e piene di simpatia per gli argentini, per i viaggi compiuti [nel 1912-1913] e per il 'raid' aereo" del 1919. Sicuramente si trattava di un incarico più impegnativo rispetto a quello svolto in Paraguay, dove Rossi si sentiva "nella condizione di un cavallo da corsa attaccato alla ruota di un mulino, o di un cacciatore abituato alla grossa selvaggina e mandato in un campo ove non si trova che qualche passero". Dalla nomina, avvenuta il 13 gennaio 1921, fino alla morte per colpo apoplettico il 28 luglio del medesimo anno, si spese con il solito impegno per rafforzare le comunità dei connazionali e sostenerne le istituzioni.

Didascalie

129 Lettera di congratulazioni e invito a visitare il Circolo italiano spedito ad Adolfo Rossi, 24 marzo 1921. Nelle città argentine la rilevanza delle associazioni di stampo mutualistico era andata declinando nel corso degli anni Venti; in compenso, erano cresciute di importanza le società dedicate al tempo libero, già esistenti o di nuova fondazione. Il Circolo italiano di Buenos Aires era stato creato nel 1873 per offrire un luogo di socialità per le élite italiane; era stato ben presto aperto, come molti club in argentina, ai notabili di altre nazionalità. Frequentato da visitatori illustri italiani e argentini, l'associazione offriva ai soci un salone per i ricevimenti e sale per diverse attività ricreative, che comprendevano tra le altre la lettura, il biliardo, i giochi di carte e la scherma. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 9, fasc. 7.

130 Promemoria per il trasferimento per la Società di tiro a segno di Buenos Aires presentato da Ausonio Franzoni ad Adolfo Rossi, 1921. La società era nata nel 1895, a seguito del successo delle gare di tiro al piattello organizzate dalla comunità italiana nell'anno precedente. Diretta ad una classe media che a Buenos Aires andava accrescendosi, l'associazione fu da subito aperta a tutte le nazionalità. Il progettato nuovo poligono presentato a Rossi, per la cui costruzione il Franzoni suggeriva di cercare l'appoggio della Società Reduci della Guerra, fu inaugurato solo nel 1933; la nuova sede offriva una gamma più ampia di svaghi all'aperto e spazi per praticare il tennis, il calcio, il rugby, il nuoto e la pallavolo. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 9, fasc. 7.

131 Statua di Dante Alighieri nel cortile delle scuole di Rosario, 1918. Con l'eccezione degli istituti salesiani, negli anni Venti le scuole italiane in Argentina erano in declino. Pochissime fra quelle laiche superavano il centinaio di allievi; tra questi spiccava particolarmente l'istituto della Dante Alighieri di Rosario, che nel 1927 contava ancora oltre trecento studenti. Per porre rimedio allo stato di crisi riscontrato a Buenos Aires, Adolfo Rossi tentò di promuovere la società Pro Schola, all'epoca in gravi difficoltà economiche. A differenza di altre istituzioni, come l'Ospedale Italiano, l'associazione non era adeguatamente supportata dai connazionali: sarebbe servito un comitato apposito, sul modello di quello utilizzato per il monumento a Cristoforo Colombo, inaugurato solennemente il 15 di giugno 1921. Segnatura:Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 8, quaderno 3.

132 Il nuovo Console Generale Comm. Adolfo Rossi, alla Camera Italiana di Commercio, 31 marzo 1921. La Camera italiana di commercio in Argentina, istituita nel 1884 con il favore del Consiglio dei ministri italiano, aveva il duplice scopo di favorire il commercio con la madrepatria e di far conoscere in Italia i problemi dei migranti. Invitato alla seduta del Consiglio della Camera di commercio, Adolfo Rossi vi fu "accolto - non so spiegarmi il perché - più come un amico dal quale ci avesse separato una lunga assenza che quale tutto un funzionario di Stato [...] ci conosceva quasi tutti". Dai suoi dialoghi con i consiglieri, del resto, era chiaro "come il nuovo console s'interessi delle cose della collettività e... già le conosca". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 8, quaderno 1.

133 Funerali di Adolfo Rossi a Buenos Aires, 30 luglio 1921. I funerali di Adolfo Rossi nella capitale argentina furono celebrati tra "una più intensa unanimità, spontanea e vibrante". Nell'atrio del cimitero della Recoleta tennero delle orazioni funebri il console generale De Velutis, Arsenio Guidi Buffarini, presidente della Federazione Generale delle Società Italiane dell'Argentina, e Emilio Zuccarini in nome della stampa. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 15.