Nel corso della sua attività a Denver, Adolfo Rossi ebbe l'occasione di incontrare un largo numero di migranti di estrazione diversa, ricchi e poveri, famosi e sconosciuti: accolse musicisti e cantanti in tournée, visitò scuole ed istituzioni promosse dalla comunità italiana, incontrò migranti in difficoltà. Era del resto uso, per i consoli, tenersi in contatto con i propri connazionali attraverso visite occasionali sul posto di lavoro, e riferire le proprie osservazioni al Governo; ma agli occhi degli italiani all'estero rientrava nei loro compiti anche l'accogliere quelle personalità artistiche che venivano "onorate dagli americani", come affermava il giornale L'Italia di San Francisco. Proprio la capacità di coltivare il contatto con la propria comunità e la partecipazione agli eventi che la riguardavano - feste, celebrazioni, imprese - sui giornali degli italiani negli Stati Uniti erano indicati come fattori determinanti per entrare in sintonia con i connazionali immigrati.
Didascalie
096 Coperta decorata della lettera di ringraziamento ad Adolfo Rossi da parte delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù per la visita al loro asilo, Denver, 1908. Questa congregazione, guidata dalla fondatrice madre Francesca Cabrini ed appoggiata dal vescovo di Piacenza Giovanni Battista Scalabrini, già promotore di diverse iniziative a favore dei migranti, era giunta a New York nel 1889. Ben presto le religiose erano riuscite ad espandersi in altre località degli USA, aprendo scuole, ospedali, orfanatrofi, ed offrendo ai connazionali altri servizi di assistenza materiale e spirituale. Nella lettera, le suore esprimevano sentimenti di sincera stima e riconoscenza per il console Adolfo Rossi, che"sacrificando la Patria per la tua Patria" venne "a rafforzare quel nerbo che ci tiene legalmente uniti all'Italia nostra". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 10.
097 Steamboat Springs, Colorado 1910. Nell'estate del 1910 Adolfo Rossi insieme ad altri diplomatici e alle loro consorti si recò a Steamboat Springs per una breve vacanza. Per i consoli - oltre a Rossi erano presenti anche rappresentanti del Belgio, del Regno Unito, della Svizzera e dell'Impero austro-ungarico - fu però anche l'occasione per investigare sulle condizione degli operai che lavoravano alla ferrovia e nelle miniere: il tempo a disposizione era troppo poco per una indagine completa, ma furono presi gli opportuni accordi perché potessero formarsi un'idea delle condizioni di lavoro e raccogliere eventuali lamentele. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 8, quaderno 3.
098 Bambini di Denver, Colorado 1910. La comunità italiana del Colorado era la più consistente tra quelle di cui doveva occuparsi Adolfo Rossi: nel 1908 contava circa la metà degli oltre 30 mila connazionali ricadenti nel territorio di sua competenza. Gli italiani di Denver ebbero l'occasione di definire Rossi come "corretto, zelante, tetragono nell'adempimento dei [suoi] doveri", e come “bella, invidiabile, rara figura morale di uomo leale, di funzionario equo, incorruttibile". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 8, quaderno 3.
099 Adolfo Rossi con Luisa Tetrazzini e il sig. Lehay, 1911. Luigia (detta Luisa) Tetrazzini era un soprano italiano di fama internazionale: all'epoca era già stata apprezzata per la sua voce e le sue performance in tutta Europa, in Sud America, in America Centrale, negli Stati Uniti; aveva anche iniziato ad incidere i suoi brani - tra il 1904 e il 1922 ne registrò almeno 120. Adolfo Rossi la incontrò all'inizio del 1911; in tale occasione venne realizzate anche alcune fotografie, tra cui quella in immagine, che la cantante si impegnò a far recapitare al console una volta sviluppate: "finalmente le invio le famose fotografie, che lei certamente avrò detto: la Tetrazzini ha dimenticato. No caspita non aveva dimenticato, ma le aveva date a fare e le avevano smarrite". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 8, quaderno 3.