Nel centesimo anniversario della morte di Adolfo Rossi (1857-1921) è un impegno imprescindibile per l’Archivio di Stato di Rovigo proporre alla conoscenza del pubblico il ricchissimo materiale documentario che compone il Fondo a lui intitolato. La mostra si propone di illustrare la meravigliosa avventura di un personaggio unico e inimitabile, straordinario nel descrivere l’epopea e le conseguenze del fenomeno della grande emigrazione italiana tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.
Emigrato nel 1878 partendo con nulla da Valdentro di Lendinara, divenne giornalista a New York e poi addirittura il più grande reporter per le maggiori testate italiane che arricchì con il suo stile moderno e innovatore ispirato alla scuola di giornalismo americano. Le carte di Rossi attestano l’intensità della sua attività giornalistica sia nei primi tre anni americani, sia dopo il ritorno in Italia nel 1884. Fu scrittore di successo dallo stile schietto e diretto, ma ricco di particolari, raccontando in prima persona l’esperienza degli emigranti nei libri “Un italiano in America” e “Nel paese dei dollari”.Realizzò numerose inchieste. La prima sulla miseria della campagna polesana, suo luogo di nascita. Fu poi inviato dal giornale romano La Tribuna per indagare sulle condizioni sociali della Sicilia, nel momento di crisi sociale e politica creato dalla questione dei Fasci Siciliani dei Lavoratori nell’ottobre del 1893. Fu tra i primi a denunciare il genocidio degli armeni da parte della Turchia e l’inadeguatezza dei mezzi e della preparazione delle forze coloniali italiane nelle guerre africane. Per questo fu espulso dall’Africa italiana, ma dopo le tragiche sconfitte delle forze armate italiane lo stesso primo ministro Crispi lo convocò per sentire dalla sua voce le ragioni delle critiche sull’operato e sull’organizzazione dell’esercito italiano in Eritrea. Come giornalista raggiunse i vertici della professione divenendo caporedattore del Corriere della Sera, capace di guidare la principale testata giornalistica italiana «con intelligenza ed equilibrio» in momenti di crisi acuta. I suoi articoli, talora arricchiti da foto riprese di persona, documentano con dovizia di particolari e precisione gli eventi e cercano di offrire al lettore un quadro obiettivo delle difficili condizioni in cui versavano gli emigrati italiani, i contadini in Sicilia, le truppe italiane in Eritrea e così via. Dovunque si trovasse come inviato, Rossi si mostrò molto critico delle scelte del governo italiano e non esitò a condannarne pubblicamente gli orientamenti. Non contento del successo come giornalista, per l’esperienza maturata all’estero fu scelto a rappresentare l’Italia come ispettore viaggiante del Commissariato Generale dell’Emigrazione (1902). Le relazioni che scrisse sullo stato dell’emigrazione italiana nel mondo suscitarono sensazione e contribuirono a cambiare la politica migratoria del Governo italiano oltre a rendergli nemici gli sfruttatori e i profittatori del fenomeno in Italia e all’estero. Infine divenne ambasciatore e ministro plenipotenziario per l’emigrazione in Sud America dal 1908 fino alla morte.
dott. Emanuele Grigolato
Direttore dell'Archivio di Stato di Rovigo
Ringraziamenti
Marianna Volpin, curatrice della mostra
Marina A. S. Brezza, curatrice delle pagine "Consolato in Paraguay", "Memoria di Guido Boggiani", "In volo da Asuncion a Buenos Aires"
Mario Andriotto, realizzazione grafica dei pannelli e rielaborazione immagini
Giampaolo Romanato
Luigi Contegiacomo
Emanuele Grigolato
Nella Condorelli
Gabriele Trevisan, che ha riprodotto molto del materiale, e tutto il personale dell'Archivio di Stato di Rovigo
Archivio storico del Ministero degli Esteri
Museo della Civiltà - Museo preistorico etnografico "Luigi Pigorini"
Archivio Famiglia de Riseis
Tecnocopy Print co.
Didascalie
001 Ritratto di Adolfo Rossi, 1919. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 15.