Memoria di Guido Boggiani

Nel piccolo mondo della capitale paraguaiana la fervida mente di A. Rossi trovò ristoro fra gli intellettuali che ne animavano la vita culturale. Primo fra tutti fu Juan Silvano Godoy politico, scrittore e giornalista di avvincente vis polemica, che in gioventù aveva generosamente contribuito alla costruzione della nazione paraguaiana. Uomo di approfondite conoscenze storiche ed artistiche, nei primi anni del Novecento Godoy aveva fondato e diretto il Museo Nazionale delle Belle Arti e la Biblioteca Americana di Asuncion, ai quali aveva donato la propria collezione di opere d’arte e di libri, raccolta durante i viaggi in Europa. Il sodalizio fra Adolfo Rossi e Juan Silvano Godoy trovò punto d’incontro nel comune interesse per le ricerche etnografiche dello studioso italiano Guido Boggiani, che in Paraguay aveva condotto rilevanti missioni scientifiche e che vi aveva infine trovato precocemente la morte.

Didascalie

116 Ringraziamento di Juan Silvano Godoy ad Adolfo Rossi, 1919. L’Archivio di Stato di Rovigo conserva tangibile testimonianza della fruttuosa collaborazione tra Adolfo Rossi e Juan Silvano Godoy in una lettera di ringraziamento inviata dal Direttore della Biblioteca Americana al Ministro Plenipotenziario per la donazione di uno manoscritto dell’antropologo italiano Guido Boggiani intitolato “Nei dintorni di Corumba”.  Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 10, fasc. 6.

117 Ritratto di Guido Boggiani. Guido Boggiani era nato nel 1861 in una famiglia piemontese agiata e di ampio orizzonte culturale. Frequentò l’Accademia di Belle Arti di Brera, divenendo subito un apprezzato giovane pittore della scuola naturalista. Durante un viaggio in Sudamerica nel 1888 visitò il Paraguay dove le popolazioni indigene e la natura ancora selvaggia delle regioni del Chaco e del Mato Grosso do Sul lo affascinarono e risvegliarono in lui la sua seconda anima, quella scientifica di etnologo ed antropologo. Immagne in pubblico dominio tratta da Wikimedia Commons.

118 Uomo Chamacoco. Durante i nove anni in cui visse in Paraguay, Boggiani si consacrò allo studio etnografico delle popolazioni autoctone dei Chamacoco e dei Caduvei, sostenendo le nuove teorie della ricerca e dell’osservazione dal vivo contro l’allora consueta ricerca accademica. Immagne in pubblico dominio tratta da Wikimedia Commons.

119 Giovane donna con tatuaggi. Dalle sue spedizioni scientifiche trasse libri di memorie, una quantità smisurata di oggetti, documenti e fotografie, che oggi sono sparsi nei musei di tutto il mondo. Morì tragicamente ucciso negli ultimi mesi del 1901 insieme al compagno di viaggio Félix Gavilàn nel corso di un’ultima missione sulle tracce della popolazione dei Tumanhà ancora sconosciuta. Immagne in pubblico dominio tratta da Wikimedia Commons.

120 Paisagem de Itá Pytá Punta (Paraguai), 1889. Boggiani non abbandonò mai la pittura e fissò sulla tela la prorompente suggestione dei paesaggi sudamericani. Immagne in pubblico dominio tratta da Wikimedia Commons.

121 I resti di Guido Boggiani e del compagno Felix Gavilàn furono ritrovati dall’esploratore spagnolo José Fernandez Cancio soltanto nell’estate dell’anno seguente la loro scomparsa. Seguì una solenne cerimonia funebre e le loro spoglie, in attesa di essere traslate in Italia o inumate nel cimitero della capitale paraguaiana, furono conservate nella sede della Società Italiana di Mutuo Soccorso di Asuncion e con lo scorrere del tempo lentamente furono dimenticate. Così le trovo A. Rossi, che si prodigò per dare loro degna sepoltura. Per suo interessamento e con l’approvazione del direttore Juan Silvano Godoy le urne funerarie di Boggiani e di Gavilàn nel dicembre 1915 furono accolte in una sala del Museo Nazionale di Belle Arti. Con questo atto A. Rossi pose le basi per un proficuo scambio culturale fra Italia e Paraguay nel nome di Guido Boggiani che da allora continua ancora ai giorni nostri con rinnovata sensibilità. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 6, quaderno 3.