Trasferimento a Montreal

Nell'estate 1911 il Ministero degli Affari Esteri assegnava ufficialmente Adolfo Rossi ad una nuova sede - Montreal, nel Canada. All'ex giornalista il prospettato trasferimento dovette sembrare una punizione: la paga sarebbe stata inferiore, e la sua attenzione sarebbe stata assorbita dai "partiti e lotte personali noiosissime" che caratterizzavano la locale comunità italiana. Come scrisse al deputato Guido Fusinato, "probabilmente debbo tale destinazione a quei signori consoli di carriera che ancora non mi hanno perdonato la nomina a console generale"; similmente, a Francesco Nitti confidava: "suppongo che o qualcuno ha brigato sott'acqua per farmi allontanare (tu sai che vi sono contro di me anche le gelosie di alcuni Consoli di carriera addetti alla Consulta), oppure il Ministro si è stancato di sentirmi ripetere che occorre accellerare la procedura contro il Corte il quale mi molesta qui continuamente in ogni maniera". Di fatto, Adolfo Rossi non raggiunse mai la nuova sede: in autunno, mentre ancora si trovava a Denver in attesa del successore Oreste Da Vella, la destinazione venne revocata. Non gli riuscì invece di farsi trasferire a San Francisco, come avevano sperato sia lui che gli italiani lì stanziati.

Didascalie

100 Minuta di una lettera di Adolfo Rossi a Francesco Nitti, 22 maggio 1911. Nella lettera Rossi presentava a Nitti l'italo-americano Ambrogio Gherini, "simpatico esemplare dei giovani nati qui da genitori italiani", in procinto di recarsi a Roma; nel contempo, però, avvertiva l'amico di aver sentito dire che il cav. Rocca, console di San Francisco, aveva intenzione di abbandonare il suo incarico. "Un altro console dovrà essere perciò mandato a San Francisco, e i notabili di quella colonia - che mi conoscono tutti personalmente - gradirebbero molto che fossi mandato io colà". Anche Rossi condivideva il loro desiderio, ed invocava l'aiuto di Nitti, amico del Ministro degli Affari esteri San Giuliano, di intercedere in suo favore; dopo l'asegnazione a Montreal, rivolse un analogo appello anche al deputato Guido Fusinato: "non è la prima volta che un console già destinato ad una città, viene mandato invece ad un'altra, e spero che col suo autorevole intervento il decreto che mi riguarda sarà cambiato". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, b. 10, fasc. 3.

101 Volantino dell'Esposizione Universale di San Francisco, 1915. La notizia che il cav. Rocca, console di San Francisco, non sarebbe rientrato in sede, aveva alimentato le speranze di un trasferimento di Adolfo Rossi in California. La comunità mise in atto alcune azioni concrete - la Camera Italiana di Commercio di San Francisco, ad esempio, presentò un'istanza al Ministero degli Affari Esteri, mentre alcuni notabili tentarono il coinvolgimento di personalità politiche italiane. Tra le ragioni che rendevano particolarmente opportuna tale assegnazione si contavano l'ormai prossimo taglio dell'Istmo di Panama e la connessa esposizione universale di San Francisco: entrambi gli eventi avrebbero richiesto un rappresentante italiano che conoscesse profondamente la cultura americana, e che potesse nel contempo gestire il prospettato aumento dell'emigrazione italiana nella regione. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 16.

102 Approvazione da parte di Giorgio V d'Inghilterra della nomina di Adolfo Rossi a Console generale di Montreal, 10 agosto 1911. Adolfo Rossi venne nominato il 18 giugno 1911, con competenza territoriale su tutto il Canada, con l'eccezione della Nuova Scozia, del Nuovo Brunswick e delle Isole del Principe Edoardo. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 14.

103 Lettera di H. Chiriglione ad Adolfo Rossi, in occasione della promozione a Console Generale a Montreal, 11 settembre 1911. Chiriglione, proprietario del giornale L'Unione, fu uno dei tanti a congratularsi con Adolfo Rossi, e a esprimere dubbi sulla possibilità di avere a Denver un degno sostituto. Anche altri connazionali si auguravano che  "il signore destinato a sostituirla sia all'altezza e pienamente comprenda, com'ella fece, i bisogni di noialtri che lavoriamo per vivere, in terra straniera", mentre i dipendenti del consolato e delle agenzie consolari si rammaricavano di "perdere un superiore quale è il comm. Adolfo Rossi". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 4, quaderno 6.