Le due iniziali figurate del manoscritto contengono ritratti d’autore: quello di sant’Ambrogio, autore del commento al salmo 108 (f. 1r), e quello di David, autore dei centocinquanta salmi biblici (f. 1v).
Le iniziali figurate e quelle ornate che completano il codice spettano a un artista milanese anonimo attivo nel secondo quarto del Quattrocento.
A partire da un suo celebre codice, una traduzione di Svetonio, è chiamato il Maestro delle Vitae Imperatorum: ha un linguaggio illustrativo molto vivace, un tratto grafico asciutto, personaggi nodosi dalla fisionomia marcata.
L’iniziale del f. 1r, col corpo costituito da elementi architettonici fantastici, è tipica della tradizione gotica lombarda.
Aldini 302, S. Ambrogio, Super psalmo 118 expositio, sec. XV secondo quarto, membranaceo, ff. I, 168, I’; 291 × 203 mm.
S. Ambrogio
Ambrogio è raffigurato secondo l’iconografia tradizionale del vescovo di Milano: veste la dalmatica e la mitra, siede in cattedra e regge il pastorale. Nella mano destra brandisce inoltre il flagello, suo attributo individuale, che ricorda la lotta contro l’eresia ariana.
David
L’autore dei salmi è raffigurato secondo l’iconografia più diffusa: incoronato, quale re d’Israele, accompagna il canto dei suoi poemi pizzicando il salterio.
Storia del codice
Il codice è opera di due copisti, di formazione grafica umanistica, e reca sul margine superiore della prima carta il trigramma IHS sormontato da corona, tipico di molti codici commissionati da Filippo Maria Visconti (m. 1447) e miniati dal Maestro delle Vitae imperatorum.
Nel sec. XVI appartenne al convento pavese dei Santi Tommaso e Apollonio, anzi al priore, come attesta la nota presente a c. 1v: Sum conventus S. Thome et Apollinaris Papie pro cella excellentissimi patris prioris.
Il codice proviene dunque dal convento domenicano, dove nella chiesa di S. Apollinare, antica chiesa del preesistente monastero benedettino, è conservata la reliquia dl braccio di s. Tommaso, da cui la nuovo intitolazione nel sec. XVI. Si tratta della “chiesa dell’Università” pavese, in cui furono sepolti molti professori; oggi il complesso è sede della Facoltà di Lettere.
LEGATURA: di restauro, con recupero delle antiche coperte in cuoio con impressioni a secco, tra cui il motivo dell’Agnus Dei.
Bibliografia
Pietro Vittorio Aldini, Manuscriptorum codicum series apud Petrum Victorium Aldinum In I. R. Ticinensis Universitate archeologiae numismaticae diplomaticae atque heraldicae professorem adnotationibus illustrata, Pavia, Fusi, 1840, p. 18
Luigi De Marchi – Giovanni Bertolani, Inventario dei manoscritti della Regia Biblioteca Universitaria di Pavia, Milano, Hoepli, 1894, pp. 165-166
Mirella Levi D’Ancona, The Wildenstein collection of illuminations. The Lombard school, Firenze, Olschki, 1970, p. 16
Il libro. Mille anni di storia documentati dalle testimonianze conservate a Pavia, catalogo della mostra, Pavia, Tipolito Bizzoni, 1982 cat. 37, p. 54 (scheda di C. Repossi)