La rete assistenziale dei benefattori piacentini si occupa di sostenere le iniziative dedicate alle famiglie in difficoltà, in particolare intervenendo con l'organizzazione di colonie estive dedicate ai piccoli.
Il 1921 è l'anno di un esperimento senz'altro ben riuscito e divenuto appuntamento fisso per tutti gli anni del regime: la Colonia Padana, lungo le rive del Po sull'isolotto di proprietà del cav. Maggi, accoglie gli orfani di guerra "cui non si può negare il refrigerio della Colonia", i sofferenti che "con questi calori tropicali chiusi nelle anguste case hanno perduto l'appetito" e i bambini abbandonati per le strade.
Il comitato promotore, con Alessandro Calciati alla presidenza, è costretto ad aumentare il numero iniziale degli ammessi fino ad arrivare ad ospitare più di 120 bambini nella colonia fluviale elioterapica tanto decantata da genitori e sostenitori. In un articolo del 2 agosto sul quotidiano "Libertà" si legge: "le colonie fluviali costano poco per il fatto di essere costituite vicino al centro di abitazione del fanciullo, integrano mirabilmente l'azione ristoratrice delle cure marine e climatiche, e possono benissimo considerarsi scuole all'aperto ove, richiamando il fanciullo alla vita della natura, lo si richiama nel contempo alla vita della salute, alla giocondità del vivere, alla vita fattiva".
L'organizzazione della colonia, che occupava l'intera giornata dalla mattina presto al tardo pomeriggio, garantisce a questi piccoli bagnanti almeno un pasto al giorno, li sottopone ai benefici effetti del sole, cura ottimale contro il rachitismo, e li tiene lontani dai pericoli morali di intere giornate passate a zonzo.
Con le stesse finalità continua, sempre nel 1921, l'attività della colonia estiva Stefano Bruzzi a Bardi, anch'essa destinata alle famiglie più bisognose, arrivando ad accogliere più di 150 bambini che, in due turni distinti, passavano più di un mese lontano dalle famiglie per godere dei benefici già detti oltre ad essere educati alla disciplina e all'obbedienza dalle educatrici.