De Ville, Portus et urbis Polae... 1722

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Antonii Deville, Equitis Galli Portus et urbis Polae antiquitatum, ut et thynnorum piscationis descriptio curiosa ... Editio novissima, à multis erroribus correcta ... in Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae ... digeri alim coeptus cura & studio Joannis Georgii Graevii ... Tomi sexti pars tertia. Lugduni Batavorum, excudit Petrus Vander Aa, 1722

Frutto della sua esperienza di ingegnere militare al servizio della Repubblica di Venezia per incarico della quale fortificò il porto di Pola, l'opera uscì in prima edizione nel 1633 con dedica al Doge; la città conserva un numero notevole di resti della civiltà romana  e l’anfiteatro era incluso già nel Cinquecento nel tour delle testimonianze archeologiche antiche. Sebastiano Serlio ne offrì una sua ricostruzione di pianta (ripresa da Lips) e profilo nel Terzo libro dell’architettura e anche Palladio se ne interessò, citandolo nei Quattro libri e raffigurandolo in alcuni disegni oggi a Londra, in parte attribuiti anche al Falconetto. Nello stesso anno pubblicò anche un curioso opuscolo intitolato Pyctomachia veneta, seu pugnorum certamen venetum, in cui descrive la tradizione veneziana dei combattimenti di pugilato nelle calli: sia questo che l'opera su Pola verranno ripubblicati nel 1722 nel Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiæ pubblicato ad Amsterdam da Peter van de Haa e di cui vengono qui proposti il frontespizio generale e quello relativo allo specifico trattato.

Sul frontespizio il timbro a inchiostro rosso dell'Impero Austriaco

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