Münster, Cosmographia vniversale ... 1575

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Cosmographia vniuersale, nella quale secondo che n'hanno parlato i piu veraci scrittori, son designati i siti di tutti gli paësi. I siti di tutte le parti del mondo habitabile, & le proprie doti: le tauole topografiche delle regioni. Le naturali qualità del terreno, onde nascono tante diferenze, & varietà di cose, & animate & non animate. Le nature, & le dipinture degli animali pellegrini. L'immagini, & descrittioni delle citta piu nobili: i principij de regni, gli accrescimenti, è tramutamenti. I costumi di tutte le genti, le leggi, la religione, i fatti ... Raccolta primo da diuersi autori per Sebastiano Munstero, & dapoi corretta & repurgata, per gli censori ecclesiastici, & quei del re catholico nelli Paesi Bassi, & per l'inquisitore di Venetia. In Colonia : appresso gli heredi d'Arnoldo Byrckmanno, 1575.



La notorietà di Sebastian Münster, francescano passato alla Riforma, cosmografo e orientalista, è dovuta soprattutto alla Cosmographia, pubblicata per la prima volta in tedesco nel 1544 e in seguito tradotta in varie lingue e ristampata innumerevoli volte: indubbiamente uno dei testi più letti e più diffusi nel Cinquecento. Si tratta di una grande enciclopedia geografica, con un imponente corredo illustrativo, che combina informazioni di prima mano con un ampio ricorso a fonti scritte antiche e medioevali. Il secondo e terzo dei sei libri cui è suddivisa sono dedicati ai paesi europei. Alla prima edizione italiana di Basilea del 1558 basata su quella latino-tedesca del 1550 accresciuta e arricchita di nuove vedute, seguì la presente, “corretta & repurgata”, cautela indispensabile in epoca controriformistica nei confronti di un autore che aveva aderito al protestantesimo.

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La pianta di Roma, xilografia firmata da Christoph Stimmer con il proprio monogramma (C.S. in basso a destra dell'immagine in Galleria), fu introdotta a partire dell’edizione basilense del 1550. Rispetto al suo illustre precedente di area tedesca, la pianta di M. Wohlgemut e W. Pleydenwurff contenuta nel monumentale Liber Chronicarum di Hartmann Schedel (Norimberga 1493) vengono evidenziati alcuni monumenti classici come le terme di Diocleziano e l’arco di Settimio Severo, in accordo con l’intensificarsi degli interessi per la topografia di Roma antica nel corso del secolo.

In biblioteca se ne conserva un'altra copia con collocazione 22.b.26

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