Ms. Gov. 258

Gov. 258 Cronaca universale. Piemonte (?), sec.XV

Lungo quasi sei metri, questo rotulo è composto di diverse pergamene assemblate, il cui svolgimento era un tempo facilitato da bacchette collocate alle due estremità. È una Cronaca universale in lingua francese che, introdotta dall’Annunciazione e da immagini del Cosmo, procede dal peccato dei Progenitori fino al Sacrificio di Cristo: entro medaglioni accompagnati da brevi legende, i personaggi biblici e storici si distribuiscono ai lati di una sorta di albero genealogico stilizzato. Il grande stemma miniato all’estremità inferiore del rotulo è quello della mitica stirpe aleramica dei Marchesi del Monferrato, committenti della Cronaca. Le miniature sono state attribuite a scuola francese.


Questo manoscritto miniato, databile agli inizi del XV secolo, si presenta in una forma del tutto particolare. Non è infatti un codice, un manoscritto per così dire in forma di libro, ma un rotolo lungo quasi sei metri (5,9 m, per la precisione) e largo 61 centimetri, formato dall’unione di 10 fogli di pergamena di lunghezza simile. La conservazione del manoscritto è molto buona, fatta eccezione per la parte iniziale e finale, particolarmente usurate. Il rotolo, come dice il nome stesso, veniva infatti conservato arrotolato su sé stesso, ed era provvisto ai bordi inferiore e superiore di aste rigide, probabilmente di legno, che ne facilitavano lo srotolamento e la consultazione; ciò ha comportato un’usura maggiore delle due estremità, che presentano delle pergamene di rinforzo.
La forma particolare di questo manoscritto è strettamente legata al testo e all’apparato decorativo che contiene. Si tratta infatti della genealogia, cioè un vero e proprio albero genealogico, di Cristo fin da Adamo ed Eva con un commento in medio francese. Al centro del rotolo è ben visibile una striscia di colore verde che costituisce l’ossatura principale del rotolo ed accoglie la genealogia diretta di Cristo, in gran parte coincidente, a partire da Abramo (qui raffigurato nel momento in cui l’angelo ferma la mano che sta per colpire il figlio Isacco), con quella indicata nel primo capitolo del vangelo di Matteo. La genealogia accoglie anche discendenze e fatti più o meno storici lontani dalla linea genealogica principale (ma ad essa in qualche modo sempre collegati) ed assenti nei libri biblici, includendo ad esempio Enea e la fondazione di Lavinia (raffigurati poco sotto Davide Re sul margine sinistro), o la figura di Alessandro Magno (nel margine destro, poco sopra la rappresentazione della natività, in un medaglione a fondo oro, affiancato da un’insegna rossa e bianca). Queste divagazioni sono presenti anche in altri manufatti del tutto simili al nostro, per contenuti e per impianto decorativo, che contengono il Compendium historiae in genealogia Christi di Pietro di Poitiers (1125/1135 ca – 1205), o una sua versione rimaneggiata. Anche il testo del nostro rotolo è di fatto un riassunto in medio francese dell’opera di Pietro di Poitiers, ma presenta alcuni elementi estranei alla pur variegata tradizione delle genealogie di Cristo. Solitamente le genealogie iniziano con la creazione di Adamo ed Eva, mentre nel nostro caso la prima parte del rotolo che precede la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre accoglie una sintesi schematica dell’ordine dato da Dio all’universo e al sapere. Subito dopo la scena dell’Annunciazione che apre significativamente il nostro rotolo (il momento in cui il Verbo si è fatto carne) troviamo gli schemi delle sfere celesti (al centro), della Creazione (un medaglione per ogni giorno), delle schiere angeliche, dei pianeti e dei segni zodiacali, della divisione del mondo e delle sette arti liberali. Il nostro rotolo è stato quindi concepito come una sorta di compendio universale che potesse illustrare non solo la genealogia di Cristo, ma anche alcuni fatti storici fondamentali precedenti la sua venuta insieme all’ordine del cosmo e delle discipline del sapere umano.
Questi temi, uniti all’impiego di una lingua volgare per il testo, sono coerenti con una destinazione laica di questo rotolo, il cui fine principale era probabilmente essere un lussuoso oggetto da esporre, piuttosto che un vero e proprio strumento di studio: il testo espone infatti sinteticamente gli eventi relativi alla genealogia e il vero protagonista del manoscritto è senza dubbio il ricco apparato decorativo, che vanta davvero pochi eguali tra gli altri rotuli genealogici pervenuti fino a noi. Lo stemma del cimiero posto in calce al rotolo conferma questa ipotesi: si tratta infatti dello stemma degli Aleramici di Monferrato (la cui insegna compare anche nel medaglione dedicato ad Alessandro Magno), probabilmente i committenti o i primi proprietari del rotolo, dato che lo stemma pare essere coevo all’impianto decorativo. Non deve stupire a questo proposito il fatto che il testo sia in francese e non in volgare italiano: i marchesi del Monferrato intrattennero da sempre forti legami con i territori d’Oltralpe proprio alla fine del XIV secolo Teodoro II Paleologo (marchese del Monferrato dal 1381) sposò in seconde nozze Giovanna I di Bar, morta nel 1402 e originaria della Lorena.