Biblia sacra
Ms.Civ. 5 Inghilterra, sec. XIII secondo quarto
Giunta alla Biblioteca Statale attraverso le vie del collezionismo privato, alla fine del sec. XIII la Bibbia si trovava nel convento francescano di Gallarate, come indicano alcune note manoscritte. Accanto a numerose lettere ornate, contiene un’unica iniziale figurata, nella carta incipitaria: l’iniziale F (Frater Ambrosius), che introduce l’Epistola sullo studio delle Sacre Scritture indirizzata da San Gerolamo a Paolino di Nola, raffigura il traduttore in latino della Bibbia mentre riceve la visita ispiratrice di un angelo. Di produzione insulare, la Bibbia è stata ricondotta alla bottega del miniatore inglese William de Brailes, attivo nel secondo quarto del Duecento.
Pergamena, ff. I, 426, IV', mm 288 x 210
Storia del codice: nota di possesso al f. 126vB, erasa, ma leggibile con UV “Ista bibbia est fratru(m) (con)ventus Gallarate” di mano del sec. XIII. Altre note più tarde, del sec. XIV, sono presenti sul f. 430v, e riportano diverse date: sono interessanti perché permettono di tracciare la storia del codice. In particolare, la penultima è una nota emptionis che riporta “Istam bibliam emi a fr(at)e Iha(nn)e Frata qu(am) ego fr(ater) Iac(obus) de Busti eam (vel?) ... MCCCLVIII”. Giacomo de Busti è citato nell'ultima nota, una nota donationis, che riporta “Istam bibliam dedit michi s(ub)s(cript)i Porino de Busti ex sui bonitate pat(er) meus fr(ater) Iac(obus) de Busti ... XXV Anno d(omi)ni M°CCCLXXXX° die XXIX m(en)s(e) Ianuari”: questa nota si ricollega con la sottoscrizione “Ista tabula(m) ambr(osianam) s(u)p(er) eva(ngelia) totius anni scripsit fr(ater) Porin(us) de Bu[sti]” di f. 427v, dove la lacuna dell'ultima sillaba del nome può essere integrata grazie alla nota donationis. Presenti numerose annotazioni sui margini, alcune di mano coeva, altre di mano del sec. XIV, alcune probabilmente del già citato Porino de Busti.