Le "veline" del regime

76 - 9 settembre 1943. “Il Gazzettino”. A titoli cubitali lin prima pagina l'annuncio della firma dell'’armistizio. Collezione Claudio Scaranari

77 - 12 gennaio 1944. “Il Gazzettino”. In grande rilievo l’annuncio: “Il Tribunale Speciale della Repubblica ha condannato a morte 18 traditori del Gran Consiglio. L’esecuzione di De Bono, Marinelli, Ciano, Gottardi e Pareschi è avvenuta ieri mattina, alle ore 9.15 a Verona…”. Collezione Claudio Scaranari

78 - 2 aprile 1944. “Rinascita”. Rara copia di un numero del “settimanale della Federazione dei fasci repubblicani di Rovigo”. Collezione Claudio Scaranari

79 - 19 giugno 1944. “Il Gazzettino”. In evidenza in prima pagina la notizia del lancio delle prime V1 sull’Inghilterra: “Si avvicina l’ora dell’espiazione per il terrorismo ‘alleato’. Ininterrotto uragano di fuoco su Londra… L’arma segreta tedesca lanciata anche contro Daventry…”. Collezione Claudio Scaranari

80 - 31 agosto 1944. “Corriere padano”. Il giornale ferrarese fondato da Italo Balbo mette in grande evidenza la presenza di ben “243.000 soldati” repubblicani che “combattono fianco a fianco dell’alleato fuori d’Italia”. Collezione Claudio Scaranari

81 - 14 aprile 1945. “Il Gazzettino”. Tra i titoli di prima pagina oltre a notizie edulcorate dai vari fronti, “Fine di un imperialismo? La morte del Presidente Roosevelt…” e, in piccolo: “Bollettino delle barbarie. Bombe dei ‘liberatori’ sull’abitato di Milano”. Collezione Claudio Scaranari

82 - 2 maggio 1945. “Hamburger Zeitung”. L'intera prima pagina del prestigioso quotidiano amburghese è dedicata alla morte di Hitler così annunciata: “Der Führer gefallen. Führerhauptquartier, 1.Mai 1945. Der Führer Adolf Hitler ist heute nachmittag auf seinem Befehlsstand in der Reichskanzlei, bis zum letzen Utemzuge gegen den Bolschewismus tampfend, für Deutschland gefallen [N.d.R.: Il Führer è morto. Quartier generale del Führer, 1° maggio 1945. Il Führer Adolf Hitler è morto questo pomeriggio al suo posto di comando nella Cancelleria del Reich, calpestando il bolscevismo sin all’ultimo respiro per la Germania]”. Proprietà Sebastiano Avezzù