L' "orco" nemico

18 - “ECCO I LIBERATORI”, 17 maggio 1944. Manifesto a colori, 100x70 cm. Tutt’attorno a una rosa dei venti, vólti di soldati alleati della più disparata provenienza e definiti “carne da cannone”. Didascalie dai forti accenti razzisti ironizzano pesantemente sulle loro caratteristiche fisiche e morali. È la perfetta sintesi dell’intolleranza razziale e religiosa sempre più marcata che pare attingere, in mancanza di più valide giustificazioni, alle teorie lombrosiane sulla somatizzazione delle tendenze criminali individuali. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 16

19 - “L’EUROPA CONTRO L’ANTIEUROPA”, s.d. Cartolina illustrata propagandistica in cui è rappresentata l’energica resistenza di due soldati, uno germanico, uno italiano, contro il mostruoso nemico bolscevico che tenta di sfondare una metaforica porta per raggiungere la ieratica figura, sul bordo sinistro, di una madre con in braccio un infante. Collezione Claudio Scaranari.

20 - “Deportazione di bimbi italiani nell’U.R.S.S.”, Paj I/59, (fine 1943-inizi 1944). Manifesto a colori, 65x100 cm. Al centro soldati inglesi dileggiano, schernendoli e sospingendoli, bambini avviati all’imbarco su una nave battente bandiera sovietica, mentre una madre viene tenuta a distanza da un soldato armato; sul bordo sinistro le parole ironiche che sarebbero apparsi il 2 settembre su un quotidiano ebraico americano a proposito della sorte che sarebbe toccata agli italiani imbelli: “…bastone e schiaffi…”. Sul bordo destro i nomi di quelli che la propaganda fascista dipinge come i colpevoli delle deportazioni in Russia: alleati, re, Badoglio, i comunisti. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 46

21 - “COME SONO TRATTATI IN GERMANIA I MILITARI ITALIANI INTERNATI”, 10 gennaio 1944. Manifesto a colori, 30x20 cm. Così la propaganda di regime tratteggia la vita dei nostri militari internati dopo l’8 settembre che hanno manifestato una “cameratesca amicizia” con i tedeschi: “Vita semplice e lavoro volontario… doni natalizi… amici germanici”. . A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 70c

22 - “LO ‘SCUGNIZZO’ AGLI ITALIANI”, 25 marzo 1944. Volantino in b/n, 25x16 cm. Lo “scugnizzo” è divenuto nella propaganda di Salò l’emblema della “resistenza” del popolo meridionale all’invasore alleato. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 24a

23 - “Nell’Italia invasa LA TRAGICA REALTÀ nel racconto di un liberato”, N.P., 25 marzo 1944. Volantino in b/n, 25x16 cm. Spesso la propaganda di regime trae spunto da quanto scrivono privati cittadini dal meridione liberato ai familiari residenti al nord a proposito delle condizioni di vita e dei “liberatori” stessi. È il caso di queste righe inviate da Palermo: “…ce n’è di tutte le razze e sono essi a commettere rapine, violenze alle donne e assassinare chi ostacola i loro progetti… Non ti dico poi lo strazio di tante mamme che si vedono strappare i figli per deportarli in Russia…”. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 24b

24 - “MAMME ITALIANE chi salverà i vostri figli?”, 5 gennaio 1944. Manifesto a colori, 50x80 cm. Tra crudi scatti fotografici di bambini meridionali che la propaganda fascista presenta come avviati alla deportazione nei lager russi ed ischeletriti dalla fame, la consueta propaganda “in negativo” contro gli alleati riporta statistiche ed episodi sulle presunte deportazioni invitando le “mamme italiane, se volete salvare le vostre creature, odiate il bolscevismo e gli anglo-americani suoi degni alleati!” . A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 4

25 - “DIFENDILO!”, N.P., 21 giugno 1944. Mani rapaci con sul polso simboli comunisti, ebraici e massoni cercano di artigliare il volto piangente di un bimbo. Sullo sfondo nero il profilo dell’Italia. Ancora una volta la propaganda di regime fa leva sul razzismo e la paura per un nemico abominevole. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 43