1 - “Noi neghiamo al nemico l’onore di aver invaso la nostra patria colla vittoria delle sue armi: Solo il vile tradimento gli ha spalancato le porte”, (settembre-ottobre 1943). Manifesto a colori, 48x34 cm. Un re e un Badoglio caricaturati invitano con servilità un gigantesco soldato americano dall’incedere arrogante e dal ghigno soddisfatto a entrare in un’Italia meridionale appena profilata.
2 - s.d. Cartolina illustrata satirica. Sotto la caricatura di un ufficiale russo armato di frustino che entra nell’ambasciata sovietica a Roma presidiata da un re nano e da un Badoglio entrambi vestiti russianamente, il cartiglio: “nell’Italia badogliana la guardia all’ambasciata dei soviet”.―Collezione Claudio Scaranari.
Segue una serie di quattro manifestini datati 15 gennaio ’44 in cui vengono riportate alcune frasi denigratorie degli italiani attribuite agli alleati:
3 - “OPERAI Cosa vi darebbe LA VITTORIA DEL CAPITALISMO ANGLOSASSONE?...”, 30 dicembre 1943. Manifesto a colori, 41x20 cm. Sotto la stereotipata fotografia di un operaio metalmeccanico alle prese con un gigantesco ingranaggio, un lungo messaggio rivolto agli operai paventa loro le conseguenze di una eventuale vittoria alleata. A.S.C.R., m. periodo bellico, n° 44
4 - “QUELLO CHE IL NEMICO PENSA DI NOI… QUELLO CHE IL NEMICO VUOLE DA NOI…”, 15 gennaio 1944. Manifesto a colori, 42x20 cm. Su fondo bianco la citazione testuale tratta da un presunto articolo del giornalista inglese Trader Willens che tratteggia nell’italiano il “servo ideale”. Sotto, su sfondo rosso, altra citazione del giornalista americano Wolmer Herrison su “…questi italiani traditori della loro Patria…” il cui destino è “…fra gli schiavi di colore…”. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 49a
5 - “…E con una prolungata permanenza di nostri ragazzi (Boys) in terra italiana fra venti anni le leve saranno in gran parte meticcie…”, 15 gennaio 1944. Manifesto monocromatico, 42x20 cm. Sotto l’emblematica rappresentazione di una “venere” africana con bimbo in braccio delle frasi tratte dalla putativa relazione di un ufficiale medico americano a Tunisi. Replica la propaganda fascistica: “Così secondo questi bastardi di pellerossa e di gente di cento razze, le nostre donne dovrebbero essere tutte le loro…”. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 49b
6-“DONNE ITALIANE MEDITATE…”, 15 gennaio 1944. Manifesto a colori, 41x20 cm. Sotto un volto femminile cui si sovrappongono simbolicamente due mani rapaci la taninéra (pergamena) riferisce una sentenza associata alla penna americana Spencer W. Howard: “…l’Italia è la nostra terra promessa. Laggiù troveremo a dovizia… quelle famose donne procaci che hanno sempre turbato i nostri sonni, e le faremo nostre…”. A.S.C.R., manifesto periodo bellico, n° 53.
Un’altra miniserie di quattro manifestini risalenti al gennaio ’44 ironizza sull’opportunismo degli alleati e dei loro "complici":
7 - “LE SORPRESE di certi ricordi”, 15 gennaio 1944. Manifesto a colori, 32x20 cm. Sulle due facciate frasi di Chamberlain, Churchill e lord Rothermere che in altri tempi elogiavano con toni entusiastici Mussolini. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 70f
8 - “COME CI GIUDICANO gli inglesi…”, 15 gennaio 1944. Manifesto a colori, 30x20 cm. Sono riportati alcuni giudizi denigratori e razzistici sugli italiani attribuiti a giornalisti alleati. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 70e
9 - “COME CI CONSIDERANO ‘I NOSTRI AMICI’ ”, 15 gennaio 1944. Manifesto a colori, 30x20 cm. Stralci di una relazione di William Cooper a Churchill sulla dabbenaggine e credulonità italiana che si conclude: “…Quando i nostri poveri nemici apriranno gli occhi, allora per essi sarà troppo tardi”. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 70b
10 - “DOV’È LA Va ARMATA?”, 15 gennaio 1944. Manifesto a colori, 30x20 cm. Polemica con le affermazioni sulla consistenza della V armata fatte dall’ex generale Mario Caracciolo all’indomani dell’8 settembre e prima del suo arresto da parte della Guardia nazionale repubblicana. A.S.C.R., manifesti periodo bellico, n° 70d.