Missioni in Calabria e Basilicata

Calabria e Basilicata furono visitate da Adolfo Rossi, all’epoca commissario per l’emigrazione, per ben due volte nel corso del 1907. Nel giugno di quell’anno, infatti, venne incaricato dal ministro degli Esteri Tittoni di accogliere una commissione parlamentare giunta dagli Stati Uniti per studiare il fenomeno dell’emigrazione; guidò quindi una parte dei politici americani attraverso alcune regioni del Mezzogiorno, dove speravano di individuare dei mezzi per frenare le partenze per gli USA. In autunno invece tornò con l’incarico di indagare sui motivi per cui i comitati dell’emigrazione non riuscivano a svolgere i loro compiti, e come porvi rimedio: in tale occasione fu invitato ad accompagnare una commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni dei contadini delle province meridionali, di cui faceva parte anche Francesco Nitti.

La situazione che Rossi trovò nelle due regioni appariva desolante e se anche era vero che “per la maggioranza del proletariato agricolo i benefizi dell’emigrazione [apparivano] senza dubbio superiori agli svantaggi”, sottolineava che il rovescio della medaglia [era] anche tale da impensierire e da far augurare che le migliorate condizioni della patria [diminuissero] questo esodo dei nostri lavoratori”.

Didascalie

084 Adolfo Rossi, William S. Bennet ed assistenti, giugno 1907. Bennet era un deputato di New York chiamato a far parte della commissione americana sbarcata a Napoli per studiare i paesi di origine degli emigranti – in particolare Italia, Austria-Ungheria e Russia. Dalla città partenopea Rossi condusse una parte della commissione in Sicilia, per visitare alcuni villaggi in cui lo spopolamento causato dall’emigrazione era particolarmente evidente. Quindi, su esplicita richiesta di Bennet, condusse il deputato, la moglie ed un piccolo gruppo di collaboratori in Calabria e in Basilicata. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 12.

085  William S. Bennet, la moglie e gli assistenti in carrozza, giugno 1907. L’automobile presa in affitto per effettuare la visita era rimasta in panne lungo le ripide strade delle montagne calabresi – come Rossi aveva avvertito, “le vie di comunicazione per i paesi dell’emigrazione non sono facili”. Durante il viaggio con il deputato americano Rossi ebbe comunque modo di approfondire alcuni aspetti del fenomeno migratorio – in particolare raccolse testimonianze sulle estorsioni praticate in America dalla “Mano Nera”, che spingevano alcuni migranti a tentare di sfuggire tornando in Patria. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 8, quaderno 3.

086 Lettera di William Bennet ad Adolfo Rossi, 22 ottobre 1907. Il deputato repubblicano rimase in contatto con Adolfo Rossi nei mesi seguenti il viaggio in Italia, e si riprometteva di collaborare nuovamente con il commissario per l’emigrazione nel novembre del medesimo anno. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 12.

087 Aspromonte, 1907. Mentre l’emigrazione aveva di molto peggiorato la condizione dei piccoli proprietari e aveva causato una crescita nell’analfabetismo, alcune fasce di popolazione avevano beneficiato dei soldi inviati dai migranti, che avevano permesso una dieta più salutare ed indebolito la presa dell’usura. Di questa opinione erano anche i mulattieri incontrati da Rossi in Aspromonte. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 8, quaderno 3.

088 Pastori in Basilicata, 1907. Sia gli americani che Rossi elogiarono la bellezza del paesaggio del Mezzogiorno; la Calabria, in particolare, venne paragonata alla Svizzera. Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 8, quaderno 3.

089 L'emigrazione in Basilia e in Calabria. Un viaggio con la Commissione d'inchiesta, [1908]. Come anticipato da questo articolo di giornale, Rossi pubblicò le sue considerazioni sul viaggio dell'ottobre 1907 l'anno successivo, nel Bollettino dell'Emigrazione n. 13, con il titolo L'emigrazione nel Mezzogiorno d'Italia. Un viaggio-inchiesta in Basilicata e in Calabria. Nella conclusione sottolineava l'importanza di curare l'istruzione della popolazione come mezzo per aiutare i migranti: "meno l'emigrante è ignorante e meno ha bisogno di tutela all'estero [...] la prima assistenza ai nostri lavoratori e ai loro figli dovrebbe essere prestata in patria, col mezzo delle scuole elementari, serali e festive". Segnatura: Archivio di Stato di Rovigo, Rossi Adolfo, b. 12.