Maria Zamorani figlia di Zaccaria nasce a Ferrara il 04/11/1893. Abita a Ferrara, in via Montebello 38.
Frequenta il liceo Ariosto di Ferrara dal 1906 al 1911 e la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, laureandosi con lode a Genova.
Maria Zamorani si dedica interamente alla ricerca scientifica e vive la professione medica come missione principale della sua vita. Sin dai primi anni nell'ambito ospedaliero dimostra doti innate in campo scientifico, infatti presenta come tesi di laurea due ricerche di laboratorio che intraprede lei stessa: una sulla “patogenesi degli itteri infettivi”, l’altra sulle “lesioni giovanili delle arterie a tipo di aterosclerosi”.
Lavora per diversi anni nel reparto pediatrico dell’Arcispedale Sant'Anna di Ferrara, guadagnandosi diversi meriti per il suo talento e per le sue competenze mediche; ad esempio viene nominata dalla commissione dell’ospedale, con voti unanimi, assistente medico con incarico del laboratorio.
Non fu facile per la Zamorani affermarsi, anche perché era una delle poche donne all’interno dell’ospedale.
Già con la legge per la difesa della razza del novembre ‘38 la sua situazione inizia a farsi critica, in seguito dovrà rinunciare al proprio posto di lavoro all’interno dell’ospedale.
Maria Zamorani mette a servizio della comunità ebraica la propria professionalità, sappiamo infatti che fa visite “clandestine” a casa di bambini ebrei per i quali è rischioso allontanarsi dalla propria abitazione.
La Zamorani, il cui reddito imponibile da fabbricati e terreni supera il limite imposto per gli ebrei, chiede di ottenere la “discriminazione” avvalendosi all’articolo 14.
Il 15 marzo 1939 il Prefetto Di Suni si esprime con parere sfavorevole alla discriminazione, perché l’ebrea in oggetto non ha i requisiti necessari a tale concessione, tuttavia rimette tale decisione al Ministero. Al contrario, l’8 marzo 1939 la Federazione dei Fasci di Combattimento di Ferrara si dichiara favorevole. La decisione definitiva viene presa dalla Questura di Ferrara, che nega la richiesta perché “l’iscrizione al P.N.F. della ricorrente non rimonta alle epoche richieste dal R.D.L.”
Da quel momento in poi la situazione peggiora progressivamente; gli ebrei vengono controllati sempre più assiduamente, e un documento del 26 febbraio 1944 testimonia che Maria Zamorani, “residente in via Montebello 38 risulta sfollata ed [SIC] ignoto recapito”, in un appunto a fondo pagina si legge che la Questura provvede a diramare ricerche.
La Zamorani, sentendosi in pericolo, decide di rifugiarsi nel luogo che, da sempre, l’aveva vista all’opera, quel luogo in cui aveva saputo esprimersi al meglio per soccorrere le altre persone (anche se questa volta è lei ad avere bisogno di aiuto): l’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara.
Con documento firmato dal Direttore Sanitario in data 3 marzo 1944, si comunica alla Questura che Maria Zamorani fu Zaccaria risulta ricoverata all’Arcispedale a partire dalle 16.30 del giorno 2 marzo ‘44.
Il 17 marzo 1944 il Dottor Prof. Dell’Acqua, con lettera ufficiale, giustifica il ricovero, esplicita i risultati degli esami eseguiti e, in conclusione, la diagnosi: “Maria Zamorani può essere dimessa ma ha bisogno di ambiente sano e caldo, possibilmente in ambiente ospedaliero.”
Il 20 marzo, la risposta della Questura è chiara: l’ebrea in oggetto deve dare le dimissioni dall’ospedale per essere inviata al Campo di concentramento di Fossoli.
In data 22 aprile viene dato l’ordine di disporre la traduzione di Maria Zamorani e di altri cinque ebrei al Campo di concentramento di Fossoli. L’8 maggio la conferma: gli ebrei sono stati consegnati al comando delle G.N.R. per essere inviati a Fossoli. Dal Campo di concentramento il 16 maggio parte, diretto ad Auschwitz, il convoglio n°10, dove arriva il 23 maggio. Maria Zamorani non risulta immatricolata ad Auschwitz, di lei si persero le tracce.