'Ebrea pura' nata ad Aleppo, Siria il 25 Maggio del 1918, Figlia di Nizha e Saulle Ancona.
Secondo un documento proveniente dalla procura di stato, la suddetta viene fermata e arrestata nella sala d’aspetto dello scalo ferroviario di Ferrara da Veronesi Giuseppe, nella notte tra il 13 e 14 gennaio 1944, per adempiere a misure di pubblica sicurezza. Le vengono sequestrati in seguito tre bagagli.
In quanto priva di documenti, dichiara di chiamarsi Marconi Olga, figlia di Silvio (bibliotecario) e di Carla Marconi, morta tempo prima. Dice di essere sfollata da Pescara, dove ha lasciato il padre e due sorelle, di provenire da Venezia, di essere diretta a Firenze dopo essere stata rimpatriata dalla Francia quattro anni prima.
Rivela la sua vera identità alcuni giorni dopo. In realtà Olga, riconosciuta ora come Ancona, ammette di essere ebrea e di aver vissuto per due anni in Siria, prima di trasferirsi in Palestina. Successivamente la sua vita risulterà piuttosto movimentata. Compie spostamenti in Belgio, con la famiglia, per poi spostarsi da sola in Egitto tra il 1937 e il 1940, anno in cui si stabilisce a Milano. L’anno seguente si trova a Brescia con le sorelle e il padre che, a causa delle leggi razziali, è impossibilitato a svolgere la professione di mercante di stoffe e fugge verso l’Italia meridionale.
Pochi giorni dopo (13 settembre 1941), Olga raggiunge Ferrara e si ripromette di proseguire il viaggio verso Roma temendo l’arresto.
Dalle dichiarazioni rese in occasione dell’arresto, emerge anche che in un momento imprecisato ha distrutto i documenti personali per paura di essere identificata e si scopre l’esistenza di un fratello, Maurizio. Durante l’interrogatorio Olga parla anche della morte della madre avvenuta a Gerusalemme quando aveva sei anni.
Il 2 marzo del 1944, Olga viene inviata al campo di Fossoli, costretta a portare con sé un massimo di 15 Kg di vestiti e un po’ di denaro.