"Gli uomini muoiono, ma non sono fatti per morire. Sono creati per incominciare."
- Hannah Harendt, Vita activa
Memoria è portare in prima persona, dentro ognuno di noi, il dolore ed il dovere di non dimenticare.
Nel nostro caso, memoria significa non dimenticare i cittadini ferraresi deportati.
Ricordo significa dare un volto a quelle persone, perché non siano più solo un numero e riacquistino dignità.
L’ intento di questa mostra è non condannare nuovamente al silenzio le vittime dell’Olocausto; non solo facendo ricorso al rito del ricordo, ma anche alla cultura della memoria.
Solo così si può sperare di evitare la violenza dell’oblio.
Giustiziato a Vienna dai nazisti, prima di morire, Franz Mager scrisse ai figli : “Contro l’idea della violenza, la violenza dell’idea. La violenza è prova di immaturità crea ingiustizie e nuova violenza.” Egli si definiva "un uomo semplice, semplicissimo, che ha dovuto morire perché non era adatto a questi tempi”.
Fare memoria, significa fare in modo che nessun altro uomo semplice, semplicissimo, muoia inutilmente.
In questa mostra sarà possibile trovare le storie personali di alcuni cittadini ferraresi di religione ebraica, che furono deportati da Ferrara a Fossoli; la maggior parte di essi fu poi assassinata nei campi di sterminio.