Il manoscritto di Pietro de' Crescenzi. Paola Errani

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Pietro de' Crescenzi, Ruralia commoda, legato  con Matteo Plateario, De medicinis simplicibus, Bologna, secolo XIV secondo quarto.
Cesena, Biblioteca Malatestiana, S.VI. 4

Malatestiana antica

Il manoscritto malatestiano, redatto forse a Bologna, si apre con un’epistola dedicatoria indirizzata ad Aimerico da Piacenza, generale dell’ordine dei Domenicani: l’iniziale miniata raffigura l’autore nell’atto di presentargli la sua opera. Il codice appartenne prima al letterato e politico toscano Coluccio Salutati, poi a Cosimo de’Medici, come si rileva da una nota a c. 163v, ora parzialmente erasa. Pietro de’ Crescenzi compose tra il 1304 e il 1309 questo trattato che ebbe un considerevole successo tra la prima metà del Trecento e la fine del Cinquecento; la diffusione dell’opera, attestata dalle molteplici copie (ne restano ben 132 manoscritte) e dalle traduzioni in varie lingue volgari, fu incrementata dalle numerose edizioni a stampa, a partire da quella tedesca di Augusta del 1471 per i tipi di Johann Schlusser. Crescenzi utilizzò ampiamente nel suo trattato le fonti antiche, in particolare Palladio e Varrone per l’agricoltura e Avicenna per le conoscenze mediche, mentre per il VI libro, dedicato ai giardini, in cui discute delle “erbe” e delle loro proprietà terapeutiche, si rifece all’opera De medicinis simplicibus, conosciuta anche come Circa instans, redatta da uno dei più autorevoli rappresentanti della scuola medica salernitana, Matteo Plateario. Il richiamo esplicito a questa importante opera di botanica medicinale del Medioevo può forse spiegare la compresenza dei due trattati nel manoscritto malatestiano.

Il corredo miniato è costituito da dodici iniziali figurate (oltre quella dell’epistola dedicatoria), poste all’inizio di ciascuno dei libri in cui è suddivisa l’opera e attinenti al contenuto. La decorazione è riconducibile a un miniatore bolognese formatosi a cavallo fra secondo e terzo decennio del Trecento e si distingue per l’intento naturalistico e per il tentativo di resa mimetica nella rappresentazione, nella quale la sommaria connotazione di piante e animali e l’approssimativa resa spaziale sono compensate da una precisa raffigurazione delle fisionomie e dalla vivacità descrittiva delle scene.

Una datazione entro la prima metà del Trecento può essere proposta non solo sulla base della decorazione, ma anche dalla presenza a c. 163v di una data erasa di cui sono leggibili le prime tre cifre “135[.]” e che è stata considerata quella dell’acquisizione del codice da parte di Salutati. Nella stessa carta compare la nota di possesso “Liber Colucii Pyeri de Stignano”che si ripete identica a c. 199v, al termine dell’opera di Plateario.

Dopo la morte di Salutati e la vendita dei suoi libri da parte degli eredi il codice fu acquistato da Cosimo il vecchio, come attestato dalla nota di possesso erasa a c. 199v: “Liber Cosme Iohannis de Medicis”. Intorno alla metà del ‘400 il volume entrò a far parte della biblioteca che Malatesta Novello dei Malatesti, signore di Cesena dal 1433 al 1465, andava allestendo all’interno del convento cesenate dei frati minori. Per la creazione della sua biblioteca egli integrò il fondo librario conventuale, costituito da testi biblici ed esegetici e da opere della tradizione scolastica, con oltre 120 manoscritti contenenti classici latini e greci e commenti dei Padri della Chiesa, che fece trascrivere nell’arco di un ventennio, dalla metà degli anni Quaranta fino alla sua morte. Il codice conserva ancora la legatura originale ricevuta in età malatestiana e la caratteristica catena in ferro battuto con cui è assicurato al sesto banco della fila sinistra dei plutei della biblioteca. 

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Bibliografia

Albinia De La Mare, The hanwriting of Italian humanists, v. 1.1, Oxford, Assocation internationale de la bibliophilie, 1973
Albinia De La Mare, Cosimo and his books, Oxford, Clarendon Press, [1992]
Paola Errani, I manoscritti malatestiani, in Le belle forme della natura: Bartolomeo Bimbi (1652-1730), catalogo della mostra a cura di Daniela Savoia, Maria Letizia Strocchi, Bologna, Abacus, 2001
Donatella Frioli, I manoscritti filosofici della Biblioteca Malatestiana di Cesena in Catalogo dei manoscritti filosofici nelle biblioteche italiane, 4, Firenze, Olschki, 1982
Sebastiano Gentile, Il sogno incompiuto di Malatesta Novello, in Malatesta Novello magnifico signore, a cura di P. G. Pasini, San Giorgio di Piano (Bo), Minerva, 2002
Berthold Louis Ullman, The humanism of Coluccio Salutati, Padova, Antenore, 1963
Raimondo Zazzeri, Sui codici e libri a stampa della Biblioteca Malatestiana di Cesena: ricerche ed osservazioni, Cesena, Giuseppe Vignuzzi, 1887

Le didascalie descrivono le scene illustrate nelle iniziali miniate.


Paola Errani dal 1981 è bibliotecaria presso la Malatestiana e dal 1999 è responsabile del Servizio di conservazione della biblioteca.
Ha collaborato alla realizzazione e alla gestione della sezione “Catalogo aperto dei manoscritti malatestiani”, all’interno del sito web istituzionale della Biblioteca. Tale sezione fornisce per ogni codice malatestiano bibliografia, descrizioni e immagini, e contiene un’ampia raccolta di testi sui vari aspetti della biblioteca quattrocentesca.
Ha al suo attivo pubblicazioni sul patrimonio librario posseduto dalla Malatestiana, in particolare sui manoscritti medioevali, sui libri antichi a stampa, e sulla storia della biblioteca. Ha compiuto ricerche di storia locale (tra cui quelle sui papi cesenati, sui bibliotecari e i cronisti dell’Ottocento).

Ivano Giovannini è fotografo presso la Biblioteca Malatestiana dal 1974. Ha realizzato i microfilm di tutti i codici malatestiani, di molti periodici storici e di documenti manoscritti e a stampa. Sono sue moltissime immagini della sala quattrocentesca della Malatestiana e le tante fotografie scattate in occasione delle iniziative realizzate in Biblioteca e le istantanee di ospiti e visitatori illustri che da sempre giungono in Malatestiana. Da anni è impegnato nella digitalizzazione dei codici malatestiani, le cui immagini vanno a implementare la sezione del sito internet della Biblioteca dedicato alla Malatestiana antica e ai suoi manoscritti.