11 - Il Canone di Avicenna
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L'illustrazione scientifica fece un vero salto di qualità a partire dal Rinascimento ricevendo un nuovo impulso dalla scoperta della stampa che la portò a raggiungere e superare sempre nuovi traguardi in precisione, ricchezza informativa e chiarezza.
La revisione di Avicenna, tradotto, si deve al medico arabista e bellunese di nascita Andrea Alpago; Lucantonio Giunta ne stampò il testo, nelle forme gotiche adatte al libro universitario, corredandolo all’inizio con un frontespizio formato da quattro legni oltre a quello della marca tipografica.
Al centro della cornice superiore compare Esculapio con l’attributo del serpente, mentre ai lati sono ritratti i filosofi Platone, Aristotele, Teofrasto, Averroè, e i teorizzatori di medicina Ippocrate, Galeno, Avicenna e Rasis. Sul fondo della stessa pagina iniziale si illustra la coltivazione e la raccolta delle piante officinali e lo studio anatomico del corpo umano.
Lucantonio riutilizzò blocchi realizzati in precedenza, e in particolare per l’edizione dei Therapeutica di Galeno del gennaio 1522, in parte modificati: vennero ridotti in altezza i montanti con i ritratti e reintagliati, almeno per quanto concerne le parti decorative.
Risulta tolta, in particolare, la firma dell’intagliatore Lunardus che compariva in quel frontespizio. Il giglio giuntino con le iniziali L A è stampato all’inizio e alla fine del testo, rispettivamente a colore rosso e nero.
Inaspettatamente giocosi sono i bei sette capilettera realizzati al tratto con putti in movimento su lettere fogliate, che segnano l’inizio dei cinque libri (per il terzo libro si ripete quello del primo) e dei due testi accessori.