Nato a Roma l’8 ottobre 1805, divenne ufficiale dell’artiglieria pontificia. Nel 1847 fu decorato per i suoi studi su armamenti e fortificazioni.
Di posizioni moderate fu eletto nel 1849 deputato all’Assemblea Costituente, dopo la proclamazione della Repubblica romana fu nominato ministro interinale della Guerra. In tale veste puntò a rafforzare l’esercito regolare, privilegiandolo rispetto alle formazioni volontarie. Venuto in contrasto con la Commissione di guerra il 2 aprile rassegnava le proprie dimissioni da tale incarico.
Partecipò attivamente alla difesa di Roma guadagnandosi il 30 aprile la medaglia d'oro al valor militare. Il 1º luglio 1849, dopo le dimissioni di Mazzini, Saffi e Armellini, fece parte con Livio Mariani e Aurelio Saliceti di un nuovo brevissimo triumvirato.
Il restaurato governo pontificio lo condannò a morte, sentenza poi trasmutata a venti anni di carcere. Per intercessione di Federico Guglielmo IV di Prussia, Pio IX, il 15 giugno 1853, commutò la pena detentiva in esilio perpetuo e Calandrelli si stabilì in Prussia dove sposò Emilia Reineke dalla quale ebbe tre figli.
Rientrato a Roma il 2 ottobre 1870, tornò ad occuparsi attivamente della vita politica italiana.
Morì il 7 febbraio 1888 ad Albano Laziale.
Per notizie più dettagliate e approfondite su Calandrelli si rinvia al dizionario biografico degli Italiani dell’Enciclopedia Treccani consultabile anche dal sito http://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-calandrelli_(Dizionario_Biografico)/
(Maria Pia Critelli)