L'Uomo Cervo di Castelnuovo al Volturno
print this pageIl rito dell'Uomo Cervo, o meglio de "Gl'Cierv", si ripete l'ultima domenica di carnevale, da un tempo immemorabile, a Castelnuovo al Volturno. La sera in piazza si radunano diversi personaggi che danno vita ad una pittoresca pantomima ovvero il Cervo, il Martino e il Cacciatore. Il rito de "Gl'Cierv" è legato all'antichissimo mito dionisiaco, nel quale il passaggio delle stagioni viene simboleggiato in maniera cruenta, dove, per la rinascita della natura, risulta indispensabile una morte sacrificale. In paesi durante la sera si radunano i diversi personaggi della pantomima tra cui le streghe che annunciano l’arrivo del Cervo, che è il personaggio chiave della rappresentazione di Castelnuovo. Coperto di pelli di capra, con volto e mani dipinte di nero, la testa con copricapo di pelle nera, vistose corna di cervo e campanacci legati intorno al corpo, scende fra la gente del paese distruggendo tutto ciò che incontra nella corsa folle e sfrenata che la sua indole selvatica sprigiona. Al suo fianco è la Cerva, minuta, ma non certo meno aggressiva. A contrastare la forza delle belve giunge Martino, bianco personaggio dal cappello a cono e l'ampio mantello, armato soltanto di un robusto bordone, che li affronta in un duello, solo successivamente il Cervo verrà domato con l’intervento del Cacciatore. Due colpi di fucile riecheggiano nell'aria ferendo mortalmente le bestie; il Cacciatore si avvicina agli uccisi, si china su di essi e, soffiandogli nell'orecchio l'alito della vita, li purifica. E mentre il Cervo e la sua compagna lasciano il paese per tornare alla montagna e alla loro sconosciuta dimora, un grande falò viene acceso nella piazza con canti e balli. Non esiste un vero e proprio canto relativo a tale tradizione, ma la rappresentazione e quindi la ballata è allietata da un particolare sottofondo musicale. |