In meno di un anno, il conflitto assume, in Italia al pari del resto d'Europa, i connotati di una guerra di logoramento, caratterizzata dalla vita di trincea. Dalle poesie analizzate emerge il tentativo degli intellettuali di fare della nuova esperienza bellica un simbolo dell'unità nazionale, affidandosi alla rievocazione di personaggi storici e alla personificazione dei paesaggi naturali al confine con l'Austria, sentiti come testimoni di un passato glorioso, in attesa di essere risvegliato.
"Su, impavidi tutti! Non deve la gloria/ D’un popol latino subir la memoria/ D’un vecchio monarca, iniquo oppressor"
(V. Adducci, Inno di guerra, da Canti Patrii)